Nella mattinata di giovedì 10 ottobre ha avuto luogo a Città di Castello, e in altre quattro città italiane (Milano, Modena, Palermo e Cagliari), l’ottava giornata dello sport paralimpico. L’evento, oltre ad aprire le menti e abbattere barriere, ha avuto l’obiettivo e la missione di far conoscere e far praticare le discipline paralimpiche agli studenti, in quello che è stato un momento di pura integrazione senza competizione.
Alle 9.30 circa un lungo corteo con tamburi apripista, ha guidato atleti, autorità e forze dell’ordine da piazza Gabriotti a piazza Matteotti, dov’erano già in attesa gli alunni delle scuole. Sopra il palco, per inaugurare la manifestazione e salutare i partecipanti, erano presenti: il sindaco di Città di Castello, Luciano Bacchetta che ha sottolineato come sia “una tradizione tifernate coniugare impegno sportivo e sociale”; il vescovo tifernate, Domenico Cancian; l’assessore regionale alle Politiche sociali, Carla Casciari la quale ha detto che “giornate del genere testimoniano l'importante funzione dello sport che, alla stregua di un diritto di cittadinanza, deve essere per tutti”; l’assessore provinciale al Turismo, Roberto Bertini; il vicepresidente nazionale del CIP, Marco Borzacchini, che ha rimarcato come sia “sempre presente e forte in tutta Italia il connubio scuola – paralimpismo”; il presidente del Comitato Paralimpico umbro, Francesco Emanuele, e alcune forze dell’ordine.
Dopo la benedizione del vescovo e il saluto agli atleti da parte di ognuna delle suddette autorità, al palco si è avvicinato uno splendido calesse con a bordo l’ospite d’onore, Annalisa Minetti, la quale, prendendo spunto dalle sue personali ed incredibili esperienze, ha arringato la folla in questo modo: “Oltre agli altri palcoscenici più abituali per me, mi sono cimentata nello sport non perché fossi folle ma perché sentivo un talento ed una voglia di portare ufficialmente alla ribalta un mondo che per tanto tempo è stato tenuto in silenzio come quello paralimpico”; ha aggiunto poi queste bellissime parole rivolte a tutto gli atleti disabili: “Il nostro unico doping è la forza di volontà” e “Volere è potere è il motto e colonna sonora della nostra vita, qualora abbiate paura di avvicinarvi ad uno sport, prendete questa paura come opportunità per scoprirvi coraggiosi”.
Prima ancora di dare il via ai giochi, c’è stata anche una dimostrazione concreta dell’esoscheletro sperimentale in uso alla clinica riabilitativa “Prosperius” di Umbertide; l’apparecchio, una sorta di robot indossabile dotato di stampelle collegate al software della macchina, permetterà ai pazienti affetti da paraplegia, entro il 2014, di fare qualsiasi movimento quotidiano in piena indipendenza.
Intorno alle 10,30, gli atleti disabili e i ragazzi delle scuole hanno dato vita alle quattordici discipline distribuite nei vari spazi di piazza Matteotti e piazza Fanti. Moltissimi studenti si sono cimentati negli sport paralimpici.
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