Jacopo Brugalossi
Giovane imprenditrice nel campo della ristorazione denuncia i vecchi titolari della sua attività accusandoli di applicare tassi usurari ai crediti vantati nei suoi confronti, ma i due querelano lei e il suo ex compagno per ingiuria e lesioni personali. Questo il “bignami” della complessa vicenda giudiziaria approdata oggi dinanzi al collegio penale del tribunale di Spoleto composto dai giudici Bellina, Laudenzi e Roscini.
La donna, 42enne, rilevò nel 2007 dai suoi presunti aguzzini – due uomini spoletini di 61 e 65 anni e le loro mogli – una pizzeria-rosticceria situata nella prima periferia di Spoleto, dovendo a questi ultimi 15mila euro per la cessione dell'azienda. Una cifra che, stando al quadro accusatorio, gli imputati pretesero maggiorata di 3.400 euro a titolo di interesse. C’è di più, stando al racconto fornito dalla donna oggi in aula, quando lei comunicò l’intenzione di non pagare gli interessi, giudicati usurari, i due uomini la raggiunsero al locale, la afferrarono per un bavero della camicia e la schiaffeggiarono, facendola cadere e battere violentemente la testa in terra.
Una versione dei fatti che non collima con quanto raccontato da uno degli ex titolari del locale, anch’egli escusso oggi, secondo il quale non solo quei 3.400 euro rappresentavano una cifra dovuta per un inventario di magazzino e non già degli interessi usurari, ma la donna non avrebbe neanche mai pagato l’affitto entro il 10 del mese come pattuito. Avrebbe inoltre mandando avanti il suo ex compagno per indurre “poco amichevolmente” lui e il suo socio a cambiare atteggiamento, da cui la denuncia ai Carabinieri. Centrale diventa a questo punto l’episodio di violenza descritto dalla donna e letteralmente capovolto dall’imputato-accusatore. Secondo quest’ultimo infatti in quell’occasione, di fronte al locale, furono lei e il suo compagno ad aggredire e a picchiare lui e il socio, causandogli ferite che sarebbero state refertate al pronto soccorso.
Il processo, che si era aperto con rito monocratico ma che il giudice Laudenzi aveva rispedito al Gup visto il reato di usura, è stato rinviato al 27 marzo 2014, quando verranno ascoltati gli ultimi test del pubblico ministero, il dottor Gennaro Iannarone. A difendere la giovane imprenditrice è l’avvocato Gigliola Rossi del foro di Perugia.
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(Articolo modificato alle 14.17 del 27/09)