Non è una novità che Uto Ughi entusiasmi una platea con le sue esibizioni, e anche questa volta il 'miracolo' si è ripetuto. Le corde del violino toccate dal Maestro, sono arrivate dritte al cuore del pubblico di Amelia. Il piccolo teatro ha accolto l'esibizione del solista in un abbraccio alle quattro stagioni di Vivaldi, con immagini che i vari passaggi musicali hanno espresso: il canto degli uccelli per la primavera, l'afa e la spossatezza per l'estate, la vendemmia e la caccia per l'autunno, il freddo e il vento gelido dell'inverno. All'esecuzione di questi passi orchestrali ha poi abbinato la lettura dei sonetti scritti dallo stesso Vivaldi per ognuno dei quattro concerti. Come ha spiegato il Maestro “Vivaldi è stato il primo compositore di musica figurativa ovvero onomatopeica”. Uto Ughi ha regalato un finale di concerto 'speciale', deliziando il pubblico con due bis, apprezzati calorosamente: “Oblivion” di Astor Piazzolla in cui sono emersi tratti più espressivi della musica della rimembranza; la nostalgia degli emigranti italiani in America che ripensano al loro paese natio aleggia nell'aria con passione tangibile. A chiudere un brano di un allievo di Paganini col quale ha lasciato galoppare senza freni le sue straordinarie abilità tecniche e virtuosistiche. Di altissimo livello anche i professionisti de “I filarmonici di Roma”, orchestra che già da tempo collabora con Uto Ughi e della quale veste anche il ruolo di direttore.
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