“Chiudere per decreto le Province è contro la costituzione, ciò che serve non è una riforma a pezzi ma una riorganizzazione seria e organica della pubblica amministrazione per recuperare efficienza ed eliminare i costi improduttivi”. E’ quanto sostiene il Consiglio provinciale di Terni che ieri ha discusso la questione delle Province alla luce dei provvedimenti previsti nel decreto Monti. “Sopprimere le Province senza ripensare la pubblica amministrazione non servirà a nulla – ha detto il presidente della Provincia Feliciano Polli – se non ad aumentare i costi e a creare confusione istituzionale e gestionale per quanto riguarda i servizi al cittadino. Le Province sono inoltre enti previsti dalla costituzione italiana e non possono essere soppresse per decreto. Ciò non significa che ci si vuole sottrarre ad un dibattito sulla necessità di riformare la pubblica amministrazione, ma questo deve avvenire in maniera seria e organica, non a spot, perché in questo modo non si fa un buon servizio al paese e si mettono in discussione enti eletti dai cittadini. In momenti di crisi come questo ci vuole più governo evitando operazioni pregiudiziali che non risolverebbero i problemi, creando invece maggiori difficoltà nella gestione del territorio ed aumentando i costi generali per le comunità”. Mauro Paci (Pd) ha sottolineato l’importanza di “non fare una riforma a pezzi, ma organica. Dobbiamo chiedere alla politica di fare una riforma seria, non siamo per la difesa a oltranza della situazione attuale, ma non si possono sacrificare solo le Province in modo demagogico, senza pensare a come migliorare la pubblica amministrazione. Dentro questo quadro deve essere inserita anche la riforma delle Province”. Zefferino Cerquaglia (Psi) ha proposto la convocazione di un Consiglio provinciale straordinario “che serva – ha detto – a spiegare all’opinione pubblica a cosa servono le Province, visto che tanta disinformazione è stata fatta sugli organi di stampa in questi mesi”. “Sorprende l’incongruenza – ha affermato Marco Rosati (Prc) – tra il ruolo di tecnici che dovrebbero conoscere bene le materie di cui trattano e le scelte politiche eccessivamente frettolose e sommarie. Ci sono 7.000 enti di secondo livello che hanno costi molto alti e non rispondono ai cittadini. Tagliare le Province e non toccare questi enti può far correre il rischio di limitare la democrazia”. Franceso Abbate (Pdl) ha ricordato come “noi consiglieri del Popolo delle Libertà abbiamo annunciato ai nostri responsabili politici regionali e nazionali che ci riteniamo liberi di difendere la Provincia come istituzione senza posizioni precostituite, perché sopprimere le Province nei termini prospettati è una strada impercorribile. Sono d’accordo con la proposta di fare un Consiglio provinciale straordinario ma aperto anche ai politici regionali. Bisogna avere la forza di toccare i veri costi della politica e di fare anche una riforma endoregionale che elimini le inefficienze e le sovrapposizioni di competenze”.
Province: dibattito in Consiglio a Palazzo Bazzani
Mar, 13/12/2011 - 16:01