Longobardi sul Colle S. Elia, ora è una certezza. Ritrovato il puntale di una cintura dell’epoca – Guarda le foto - Tuttoggi.info

Longobardi sul Colle S. Elia, ora è una certezza. Ritrovato il puntale di una cintura dell’epoca – Guarda le foto

Redazione

Longobardi sul Colle S. Elia, ora è una certezza. Ritrovato il puntale di una cintura dell’epoca – Guarda le foto

Mar, 13/12/2011 - 21:44

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(Jac. Brug.) – I Longobardi si insediarono e vissero sul Colle Sant’Elia. Dopo decenni di ipotesi, il tassello che mancava per trasformare la probabilità in certezza è stato finalmente inserito nel puzzle. Si tratta del ritrovamento di alcuni elementi di una cintura multipla che sarebbe un azzardo datare con precisione ora, ma che risalgono incontrovertibilmente al periodo longobardo. Il ritrovamento è avvenuto pochi mesi fa, durante il V^ Stage di scavi promosso dal Cisam (Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo) presso la Rocca Albornoziana, coordinato dal professor Ermanno Arslan e dalla Professoressa Letizia Pani Ermini. Stamani, nel corso di una conferenza stampa introdotta dal presidente Enrico Menestò, gli oggetti ritrovati nella cisterna del cortile nord della fortezza medievale sono stati mostrati al pubblico per la prima volta.

A spiccare tra tutti è un puntale secondario lavorato con la tecnica dell’”agemina”, che ha due ribattini in argento sulla sommità, due fili di rame che corrono sui lati e decorazioni in ottone. “E’ certamente il pezzo più significativo tra quelli repertati – ha confermato la professoressa Pani Ermini – che non ha simili tra quelli rinvenuti in altre zone di insediamento longobardo, e non solo in Italia”. Un pezzo unico dunque, che dopo il ritrovamento è stato subito inviato alla soprintendenza e sottoposto a radiografie, prima di poter essere restaurato. “E’ ancora difficile datare il reperto con precisione – ha spiegato la Pani Ermini – ma comprensibilmente possiamo affermare che l’insediamento sul colle S. Elia sia di prima generazione”. Qualche incertezza anche circa provenienza del puntale, ma è plausibile che venga da una delle 5 buche sepolcrali individuate a ridosso della cisterna, che secondo il professor Arslan furono destinate a persone particolarmente importanti.

“Questo scavo promette davvero bene – ha proseguito Arslan – e certamente non sono da escludere altre sorprese clamorose”. La cisterna del cortile nord, sullo sfondo della quale si ergeva la chiesa di S. Elia, è in effetti molto ricca di reperti, basti pensare che gli svuotamenti che si sono susseguiti nel corso degli stage del Cisam hanno portato alla luce oltre 21mila frammenti di oggetti ceramici, vitrei e ferrosi; senza contare i numerosi scheletri animali catalogati.

Le prospettive per il futuro, però, appaiono al momento tutt’altro che rosee. Ci sarebbero almeno altri 5 metri di riempimento della cisterna da scavare, e se per i primi 3 stage l’amministrazione comunale aveva dato un supporto decisivo al Cisam e agli studenti impegnati negli scavi (addirittura ospitandoli in città), così non è stato per il quarto ed il quinto stage. “Abbiamo trovato l’erba alta, è stato davvero complicato scavare – ha ammesso la professoressa Pani Ermini -, per non parlare dello scarico delle terre in fondo al cortile, che non ci ha consentito di allargare lo scavo fino all’avancorpo della chiesa. Per procedere in modo efficace – ha concluso la studiosa – dovremmo scavare col supporto di operai che, sotto la direzione di archeologi, provvedano al diserbo della zona e a portare via la terra in eccesso”.

A margine della conferenza, si è parlato della destinazione dei reperti una volta concluso l’iter di studio e di restauro. Soprintendenza e archeologi sono stati concordi nell’individuare il Museo del Ducato di Spoleto come “sede naturale” degli oggetti, che quindi, a breve, potranno essere ammirati dagli spoletini, dai turisti, e in generale da tutti gli amanti dell’arte e dell’antichità proprio sulla terra abitata in antichità dai loro proprietari.

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