Jac. Bru.
La Valle Umbra Servizi, seppur dopo oltre un mese, replica alla diffida ufficializzata il 4 luglio scorso dall’Osservatorio Rifiuti Valle Umbra Sud in merito agli impietosi numeri della raccolta differenziata nei territori dell’Ati 3, nemmeno vicini agli obiettivi minimi previsti dalla legge. E’ una risposta che parte da lontano, dall’approvazione del progetto di raccolta porta a porta dei rifiuti solidi urbani elaborato e firmato dai soci nel 2007, da realizzarsi per step anno dopo anno. Un progetto che, sostiene la Vus nel suo comunicato, “anche a seguito di successivi adeguamenti, risulta sostanzialmente rispondente con le linee di indirizzo emanate dalla regione dell’Umbria in materia ambientale ed in particolare di domiciliazione della raccolta degli rsu”, e che prevedeva di “domiciliare entro il 2012 il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, ossia di provvedere separatamente alla raccolta delle principali componenti dei rifiuti urbani (carta, vetro, plastica, fou), per poi conferirli alle varie filiere, per oltre 42.000 nuclei familiari, pari a circa l’80% della popolazione dei comuni serviti”.
Assunzioni bloccate – Ma “la piena operatività di tale progetto – spiega ancora la Valle Umbra Servizi – necessita di un incremento della forza lavorativa rispetto alle precedenti modalità in essere, ossia alla raccolta stradale delle varie frazioni di rifiuto mediante cassonetti di grandi dimensioni”. Un incremento stimato in 55 unità a tempo pieno e 35 stagionali, cioè solo per il periodo estivo. Ecco l’inghippo. Perché “purtroppo la necessità di questo fabbisogno addizionale di personale operativo si è venuto a collocare temporalmente in una fase in cui sono state prima previste forti limitazioni all’assunzione di nuove unità da parte delle Amministrazioni locali, per poi giungere ad un sostanziale loro blocco, limitazioni che hanno finito per pesare direttamente anche sulle società in house costituite dalle stesse amministrazioni per la gestione di servizi pubblici”. Il dito viene puntato in particolare sul DL Monti del 2012, che ha sancito l’assoggettamento delle società pubbliche affidatarie dirette di un pubblico servizio senza gara alle disposizioni applicabili agli Enti locali in materia di politiche assunzionali.
Ati 3 indietro rispetto a medie regionali – A sostegno delle proprie tesi la Vus ha allegato una tabella che confronta le percentuali medie di raccolta differenziata nei territori dell’Ati 3 con quelle della Regione Umbria dal 2007 al 2012, da cui si evince un sostanziale assottigliamento della forbice in favore dei primi dal 2007, anno in cui partì il progetto, fino al 2011: (-8,89 nel 2007; -6,38 nel 2008; -5,08 nel 2009; -4,38 nel 2011; -4,86 nel 2011). Nel 2012 il differenziale è invece tornato a salire (-7,84%) proprio a causa dell’impossibilità di incrementare la forza lavoro tramite nuove assunzioni.
Via all'esternalizzazione – “Preso atto della situazione – si legge nel comunicato di Vus – con la necessità di completare il progetto di domiciliazione della raccolta differenziata sul territorio di ambito, unico strumento per poter raggiungere almeno gli obiettivi minimi di legge in materia di RD, stante la carenza di organico e della sua sostanziale impossibilità ad integrarlo, l’Assemblea di Ati 3 Umbria con propria deliberazione n.12 del 31/07/2013 ha integrato l’art.11 della Convenzione al fine di consentire esternalizzazioni di singole fasi di attività minoritarie, o accessorie o straordinarie, comunque non prevalenti di particolari tipologie di raccolta. Ciò permetterà di completare il sistema di raccolta domiciliare degli rsu a tutto il territorio di competenza secondo le direttive del Piano d’Ambito, atte pertanto a raggiungere almeno gli obiettivi minimi di legge nella raccolta differenziata.
Problema discariche – Per quanto riguarda la questione del conferimento dei rifiuti in discarica, altro punto sul quale l’Osservatorio Rifiuti ha fortemente pungolato le istituzioni, la Vus conferma l’attuale insufficienza impiantistica per lo smaltimento di quelli dell’Ati 3, che continueranno ad arrivare per un massimo di 24 mesi a partire dal primo luglio 2013 a Borgogiglione (Ati 2) per il 60% e a le Crete di Orvieto (Ati 4) per il 40. E’ stato già presentato in Regione, inoltre, un progetto preliminare relativo all’adeguamento degli argini e alla modifica della copertura finale della discarica di Sant’Orsola, che al momento è in fase autorizzativa.
Riproduzione riservata ©