Carlo Ceraso
Il chiodo al quale aveva appeso le scarpette può attendere. Perché la Stella è tornata a brillare nel firmamento della danza. Alessandra Ferri è tornata a calcare il palcoscenico incantando il pubblico accorso ieri a Spoleto per la Prima di questa 56ma edizione del Festival dei Due Mondi. Fisico asciutto e tonico da far invidia alle ballerine di molto più giovani, la Ferri, a dispetto dei 50 anni compiuti lo scorso 6 maggio, ha confermato ancora di essere una etoile capace di catturare la platea con la grazia dei movimenti e con uno spettacolo che, ce ne fosse mai stato bisogno, ha saputo confermare quanto la danza è teatro, e il teatro è danza. The piano upstairs, questo il nome dello spettacolo ideato dalla ballerina, che a Spoleto debuttato anche in veste di coreografa, è la storia di un matrimonio apparentemente fallito. Lei se n’è andata per sempre e narra il proprio dolore danzando; lui, recitando, cerca di capire cosa è successo, cosa ha spezzato quell’amore che li rendeva la ‘coppia perfetta’. Interrogativi e dubbi del marito aprono tante “finestre” sulla storia sentimentale dei due, sui successi conseguiti e sui sogni ancora da realizzare. Come quello di avere dei figli, che lui però vuole rimandare perché lo impongono gli impegni legati alla carriera professionale. E’ da qui che il rapporto si incrina, come spesso avviene nella realtà. Un rapporto che sembra insanabile, anche se alla fine l'abbraccio con cui lei avvolge il suo uomo sembra lasciare una qualche speranza.
La storia sembra a tratti autobiografica: la Ferri infatti si è recentemente separata dal marito, il noto fotografo Fabrizio Ferri che per lei ha musicato parte di questo straordinario spettacolo. Nel foyer del teatro Gian Carlo Menotti, Fabrizio Ferri ammette che è l’ormai ex moglie “quella più forte” e lui “quello più debole”.
Scritto da John Weidman lo spettacolo è recitato da un superbo Boyd Gaines, attore di punta di Broadway. Le scene sono firmate ancora da una volta dal genio di Gianni Quaranta che ha ricreato sul fondo la New York degli anni ’40. Ma l’occhio del pubblico è tutto per lei che volteggia come una piuma da una parte all’altra del grande palco, coadiuvata da tre ballerini di talento come Attila Csiki, Stephen Hanna e Andrea Volpintesta. La coreografia riesce a graffiare l’animo del pubblico che resta in religioso silenzio aspettando la discesa del sipario per lasciarsi andare a cinque interminabili minuti di applausi. Un successo che porta la firma di Giorgio Ferrara che ha curato la regia di The piano upstairs e che di fatto ha stravolto la tradizione del festival menottiano che ha sempre visto l’opera lirica aprire la kermesse festivaliera. Una ‘rivoluzione’ che ha trovato il favore del pubblico, anche se qualche nostalgico (pochi per la verità) non ha mancato di criticare l’iniziativa.
I vip – tante, come solo ai tempi d’oro del Festival, le autorità che hanno presenziato alla Prima. Il Mibac schierava il ministro Massimo Bray, il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni e il d.g. dello spettacolo dal vivo Salvo Nastasi. A fare gli onori di casa il sindaco di Spoleto Daniele Benedetti con la moglie Laura che accompagnavano la presidente della Regione Umbri Catiuscia Marini e l’assessore regionale alla cultura Fabrizio Bracco. E ancora Gianni Letta, Umberto Veronesi, la senatrice Anna Finocchiaro accompagnata dal procuratore della repubblica di Spoleto Gianfranco Riggio, Isabella Rossellini con i familiari Roberto Ingmar Rosselini e Pia Lindstrom, Claudio Martelli, Fausto Bertinotti, James Conlon, Carla Fendi, Giuliano Ferrara e Anselma dell’Olio, Ernesto Galli della Loggia, Marta Marzotto, Ricky Tognazzi e Simona Izzo, Natalia Aspesi, Serena Autieri, i principi Ruspoli, il marchese Marignoli, Annette Ettorre, Achille Bonito Oliva, Benaoit Jacquot, Piero Tosi, le famiglie degli imprenditori Minini, Urbani e Santirosi, il senatore Benedetti Valentini, i consiglieri regionali Monni e Zaffini, gli assessori comunali Cintioli e Lezi. Tanti anche i rappresentanti del mono della finanza con Casse dell’Umbria che schierava fra gli altri il d.g. Bovi e il consigliere Dario Pompili. Presente anche il neopresidente della Fondazione Cassa Risparmio di Spoleto, Sergio Zinni, istituzione main sponsor di questa edizione. Sul fronte delle autorità militari erano presenti il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Cuneo, accompagnato dal capitano della locale compagnia Rufino, l’affascinante vicequestore Peppicelli che indossava un prezioso abito da sera, il comandante della finanza Iannettone e quello della polizia municipale Russo.
Cena con ‘bonus’ – la kermesse 2013, ricca di appuntamenti culturali, sarà invece all’insegna della sobrietà sotto il profilo conviviale. Il presidente della Fondazione festival Benedetti e il d.a. Ferrara hanno lanciato l’appello, subito accolto dagli sponsor, di tenere un profilo basso. Ieri sera era previsto un solo appuntamento ufficiale, la cena offerta dalla mecenate Carla Fendi che a palazzo Racani Arroni ha offerto ai 200 invitati un light standing buffet lunch magistralmente preparato dagli chef Giovanna Tomassoni e Marco Saveri del San Lorenzo. Carla Fendi ha fatto però molto di più: il budget risparmiato per la cena è stato devoluto al Comune di Spoleto per concedere dei ‘bonus lavoro’. Cena a pagamento invece per 150 ospiti al Chiostro di San Nicolò curata dallo chef Paolo Di Marco de Il Tartufo che ha realizzato così una idea di Giselle Zanmatti di avvicinare il pubblico ai protagonisti della kermesse. Una serata, quella di ieri, all’insegna dell’austerity che verrà rispettata anche per il Gran finale del 14 luglio. Tanto è vero che al momento non è stata prevista nessuna cena di gala, al massimo solo degli aperitivi prima del Concerto in piazza Duomo. Sembra giusto così.
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