Jacopo Brugalossi
Ok, l’offerta è giusta. Partiranno in estate le grandi manovre sulla Isotta Fraschini Srl, azienda dedita alla progettazione, produzione e commercio di motori o parte degli stessi e di componenti di alluminio per il settore dei veicoli, che versa da tempo, così come l’altra industria spoletina facente capo al Gruppo Casti – la Ims – in una grave crisi economica. Entrambe sono pesantemente indebitate e sottoposte a procedura di concordato preventivo. La differenza sostanziale sta nel reperimento dei partner industriali che dovranno subentrare all’attuale proprietà per garantire la soddisfazione economica – almeno parziale – dei creditori e gli attuali livelli occupazionali. Se nel caso della Ims il piano si limita ad indicare un termine entro il quale dovranno pervenire offerte di soggetti interessati, per quanto riguarda l’Isotta Fraschini tale soggetto è già stato individuato.
Le modalità della cessione – Si tratta del Gruppo Francese Saint Jean Industries, colosso dell’industria componentistica per mezzi di trasporto terrestri, navali e aerei, specializzato nella lavorazione dell’alluminio. La procedura di concordato prevede che dal 1° luglio 2013 e per i successivi 30 mesi lo stabilimento di Santo Chiodo venga concesso in affitto alla Saint Jean, che dal 1° gennaio 2016 acquisterà il 51% del capitale di una società di nuova costituzione (il 49% resterà nelle mani del Gruppo Casti), nata dalla “fusione” poli produttivi di Spoleto e Dongo. Il colosso francese pagherà un canone di affitto alla Isotta Fraschini di 3 milioni di euro (100mila al mese), più altri 3 milioni a titolo di corrispettivo per il “training” che verrà fornito sulle tecnologie in uso nello stabilimento di Spoleto. L’acquisto, invece, costerà ai francesi 13 milioni di euro, dai quali dovrà comunque essere detratto quanto corrisposto a titolo di canone di affitto. Da queste dismissioni l’azienda conta di poter ricavare la cifra necessaria per saldare, entro il 2021, tutti gli oneri previsti dalla procedura di concordato.
Crisi e debiti – Impegnata principalmente nella produzione di componenti per le automobili, la Isotta Fraschini non poteva essere immune alla pesante crisi economica che ha colpito quel mercato, che registra un calo delle immatricolazioni del 15% rispetto ai volumi antecedenti alla crisi. Ciononostante il sito di Spoleto, che ha come principale cliente la Fiat, è riuscito a mantenere la sua posizione sul mercato grazie all’eccellenza delle proprie tecnologie, in particolare per la realizzazione della testa del motore twin-air e del sovra testa di quello multi-air. Ad oggi però, il passivo patrimoniale – 61,5 milioni di euro – supera abbondantemente l’attivo, fermo a 40 milioni. Nel computo dei debiti dell’azienda, 32,9 milioni sono quelli assistiti da “privilegio”, mentre quelli chirografari ammontano a 24,5 milioni.
Adunanza dei creditori – Il piano di concordato prevede che i creditori privilegiati (dipendenti, professionisti, artigiani, istituti previdenziali e assistenziali) vengano risarciti per intero. Quelli chirografari (banche e fornitori), invece, in una percentuale che oscilla tre il 9 e il 12%. La deliberazione su tale proposta è prevista per il 2 maggio prossimo, quando i creditori si riuniranno in adunanza presso il tribunale di Spoleto dinanzi al giudice delegato, il dottor Roberto Laudenzi.
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