Nella mattinata del giorno di San Valentino, alle 10.00 circa, alla centrale di Polizia di Orvieto è giunto l'allarme di un cittadino che informava gli agenti di un furto da all'interno di un negozio di abbigliamento nei pressi della località “Arcone”, alle pendici di Orvieto. Dopo il colpo, i malviventi, uomini e donne, si erano dati alla fuga a bordo di un'auto scura di grossa cilindrata direzione Orvieto Scalo.
Immediate sono scattate le ricerche ad opera delle 5 pattuglie presenti sul territorio: una di queste ha intercettato l'auto segnalata lungo la via Costanzi. Subito sono confluite sul posto le altre auto della Polizia mentre una in “borghese” si recava presso il negozio all'interno del quale era stato appena prima perpetrato il furto.
Dalle immagini a circuito chiuso poste all'interno del negozio, subito visionate, tutta la scena del furto è apparsa chiara: una delle due ragazze fermate faceva da “palo” ad un uomo che “carponi” si era avvicinato alla cassa dietro il bancone; altri due complici, sempre un uomo ed una donna, distoglievano la proprietaria al lato opposto del negozio fingendosi interessati a dei capi di abbigliamento. La ragazza “palo” aveva in mano due giacche che usava palesemente come “tenda” per impedire la vista ad una cliente nel frattempo entrata all'interno dell'esercizio commerciale. Il ladro materiale non sembrava interessato al denaro nè ad altri oggetti di valore, ma alla borsa della proprietaria dall'interno della quale ha asportato un grosso mazzo di chiavi. Il fine della banda di ladri era quello di appropriarsi proprio e soltanto di quelle chiavi che la titolare ha affermato contenere anche quelle della sua abitazione. L'importante particolare è stato subito comunicato alle pattuglie che, nel frattempo, stavano eseguendo i controlli di rito su strada sia alle persone fermate sia sulla vettura. I poliziotti, durante il breve inseguimento dell'auto sospetta , avevano notato gettare dal finestrino posteriore dell'auto proprio un grosso mazzo di chiavi poi recuperato ai bordi della strada e successivamente riconosciuto dalla parte vittima quale quello oggetto del furto.
A bordo della vettura, che è risultata noleggiata a Roma, sono stati trovati e sequestrati arnesi per lo scasso, scarpe in gomma e una bombola di schiuma espansa, tutti oggetti che hanno fatto ritenere, senza ombra di dubbio, utilizzabili per compiere furti in appartamento, proprio perchè le scarpe gommate, tipo piscina, vengono calzate per evitare rumori nel camminare, la schiuma espansa è notoriamente impiegata per silenziare gli allarmi nelle abitazioni e gli strumenti come i cacciaviti, scalpelli e simili usati per scassinare porte e finestre. Verificata la responsabilità dei fermati, la banda dei 5 è stata identificata: tre uomini e due donne, ognuno dei quali ha avuto il suo ruolo nella dinamica del furto, di nazionalità sudamericana, senza permesso di soggiorno, senza fissa dimora, tutti sui trenta anni. Preziose testimonianze e le immagini del furto riprese dalle telecamere interne e la circostanza del mazzo di chiavi rubate: sono scattate le manette per il reato di furto aggravato e tentato furto in abitazione, in concorso. Determinante anche la loro pericolosità desunta dai numerosi precedenti di polizia anche per arresti proprio per furti sul territorio nazionale e l'essere colpiti da vari espulsioni alle quali si sono sempre sottratti. Grazie alla comparazione in banca dati delle impronte digitali, è risultato inoltre che gli arrestati hanno fornito, ad ogni controllo di polizia, nomi diversi per rendere difficoltosa la loro esatta identificazione.
Non da ultimo ha pesato sul loro arresto la convinzione, condivisa dall'autorità giudiziaria, che si sia trattato di una banda di ladri specializzata in furti in appartamento proprio per la determinazione di rubare le chiavi di un'abitazione che se non scoperti avrebbero sicuramente svaligiato avendone in precedenza, evidentemente, verificato con pedinamenti l'esatta ubicazione. E' convinzione della Polizia che gli stessi arrestati, nella medesima serata associati al carcere di Orvieto gli uomini ed a quello femminile di Perugia le donne, in attesa di giudizio, siano responsabili di altri e numerosi furti analoghi commessi in zona e in comuni limitrofi, sui quali verranno espletate analitiche indagini.
