Carlo Ceraso
Ancora 48 ore. Ammonta a tanto il tempo a disposizione di Giovannino Antonini per cercare di tirar fuori dai guai la Spoleto Credito e Servizi dopo che Monte dei Paschi ha rotto il patto che la legava alla Popolare Spoleto (controllata di Scs). Le speranze, ora dopo ora, si riducono al lumicino. Poco fa Radiocor ha battuto una nota con una dichiarazione del dominus: “il Cda è convocato per domani e deciderà il da farsi” ha detto Antonini. Impossibile saperne di più. Di offerte “ufficiali” sul tavolo non ce ne sarebbero. Per il momento resta solo quella della Clitumnus della cordata guidata da Carbonetti-Colaiacovo, proposta già bocciata da Antonini che ritiene però il prezzo (2,1€ ad azione) “troppo basso”. Il board nei giorni scorsi aveva lanciato una offerta a Siena per rilevare la quota in Bps (26%). “Ovviamente a ribasso rispetto a quanto è previsto nei patti parasociali”, dicono alcune fonti a Tuttoggi.info. E’ quindi probabile, ma è solo una ipotesi, che il board convocato in via straordinaria per domani possa affrontare l’eventuale risposta di Rocca Salimbeni.
Di sicuro lunedì scade l’ultimatum imposto dal presidente Alessandro Profumo che attende da 6 mesi e quindici giorni la “buona uscita” per il Monte.
Domani dunque sarà la giornata decisiva, quella che dovrà confermare se Antonini è definitivamente alle corde o se dal cilindro troverà una exit strategy in grado di salvare la maggioranza in Bps e, conseguentemente, gli interessi che da decenni i 20mila soci ripongono nella controllante. Trova invece una qualche conferma a piazza Pianciani l’ipotesi che un pool di avvocati starebbe studiando le carte circa l’accordo Scs-Mps: non è da escludersi che, forse per guadagnar tempo, si possano adire le vie legali, come ipotizzato nei giorni da un quotidiano umbro non smentito dalla cooperativa.
Brandani salta l’incontro – si erano dati appuntamento per ieri pomeriggio, ma all’ultimo momento sia il neopresidente Brandani, sia il dg Tuccari hanno disertato l’incontro con le organizzazioni sindacali. Al tavolo i rappresentanti dei lavoratori hanno trovato il direttore del personale Santini con il suo vice che hanno affrontato solo una parte delle tematiche che le OOSS avevano chiesto di dirimere con i vertici dell’istituto (non si è parlato ad esempio delle attività in outsouring). Il chief operating officer ha così illustrato il riordino della macchina organizzativa per il 2013 e i processi di formazione che interesseranno parte del personale. Il sindacato ha poi criticato le promozioni e passaggi di livello effettuate recentemente e che hanno creato non poco malcontento fra il personale.
La carica dei 3.000 – Santini è passato poi ad illustrare lo stato di avanzamento lavori del bando di concorso per l’assunzione di un centinaio di giovani. A quanto riferiscono alcuni dei presenti all’appuntamento, Bps ha ricevuto 3.496 domande riconoscendone valide 3.190 (2.984 quelle di candidati in possesso della laurea, 206 del diploma). L’occasione è servita per chiedere lumi sul recente ‘caso’ della dipendente-candidata la quale, pur stando in malattia, faceva campagna elettorale durante la fascia oraria di reperibilità per visita fiscale. Erano stati proprio i suoi colleghi a segnalare il fatto a TO® con la dipendente che aveva replicato affermando di essere stata autorizzata dai superiori. I due dirigenti non hanno voluto fornire risposte in merito alla vicenda; cosa che ha portato la Fabi ad abbandonare immediatamente il tavolo.
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