Lavoro in nero, a Città di Castello i carabinieri controllano un'impresa. Denunciato il proprietario - Tuttoggi.info

Lavoro in nero, a Città di Castello i carabinieri controllano un'impresa. Denunciato il proprietario

Redazione

Lavoro in nero, a Città di Castello i carabinieri controllano un'impresa. Denunciato il proprietario

Ven, 08/02/2013 - 17:33

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Nell’ambito delle attività di contrasto al fenomeno dell’impiego di manodopera in nero, i Carabinieri della Stazione di Trestina, unitamente ai colleghi del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Perugia, hanno effettuato alcuni controlli nei confronti di ditte gestite da cittadini cinesi.
Nella giornata di ieri, in particolare, i Carabinieri, con il personale civile della Direzione Territoriale del Lavoro di Perugia, hanno proceduto al controllo di un’azienda tessile con sede nella zona industriale di Trestina. Al loro ingresso i militari hanno trovato nove cittadini cinesi intenti a lavorare ad altrettante postazioni, dove venivano realizzati pantaloni e camice.
Gli approfonditi controlli effettuati hanno permesso di accertare che dei nove operai, tutti in possesso del permesso di soggiorno, tre erano stati assunti in nero, senza che la titolare avesse dunque mai versato i contributi di legge.
Oltre a comminare circa 7.000 euro di sanzioni per le irregolarità riscontrate, la titolare, una 60enne cinese da anni residente a Città di Castello, dovrà versare una somma particolarmente salata rappresentata dai recuperi contributivi, ancora da quantificare. In aggiunta alle sanzioni economiche per le irregolarità contributive, è stato altresì adottato un provvedimento di immediata sospensione dell’attività imprenditoriale fino a quando tutti gli operai non saranno messi in regola.
Sul posto è inoltre intervenuto personale della ASL 1 di Città di Castello, Settore Igiene e Prevenzione Infortuni sul Lavoro, che ha accertato come alcuni macchinari non rispettavano le normative inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il laboratorio tessile, che stava realizzando capi d’abbigliamento per conto di un’altra ditta della zona, gestita da imprenditori italiani, dovrà dunque fermare la produzione fino a quando non avrà ottemperato alle prescrizioni imposte dalla legge.

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