E’ arrivata ieri, nella sede regionale di Confindustria, la firma della cassa integrazione straordinaria per i 176 dipendenti della Ims di Spoleto. Un provvedimento necessario per i lavoratori, che però si porta dietro un’incognita che pesa come un macigno sulle loro tasche. I primi movimenti di denaro, infatti, non si vedranno con tutta probabilità prima di 4-5 mesi dall’entrata in vigore della Cigs. Un’ulteriore “mazzata” per chi ancora aspetta di percepire stipendi arretrati di 3 mesi.
Stipendi – Su questo punto non sembrerebbero essere arrivate molte garanzie da parte dalla proprietà aziendale, che si sarebbe trincerata dietro la proposta fatta circa un mese fa, durante il primo incontro a Perugia, di ripianare gli arretrati mettendo sul piatto un milione di euro in 5 tranche settimanali da 200mila euro ciascuna. Di fatto, venerdì scorso è stata saldata la seconda metà delle buste paga di novembre, ma mancano tuttora all’appello dicembre e la tredicesima.
Ripartenza Ims – Da parte loro, i dipendenti Ims avrebbero cercato qualche chiarimento sulle prospettive di ripartenza dell’azienda, avanzando l’ipotesi di stabilire un’alternanza bisettimanale tra lavoro e cassa integrazione. Anche in questo caso però, le risposte dei vertici del Gruppo sarebbero state poco decise. Per far ripartire il comparto ghisa servirebbero almeno 4-5 settimane, passate le quali resterebbe comunque fermo il cubilotto (il forno più grande) mentre potrebbero essere rimessi in funzioni solo i forni Crescenzi (più piccoli).
Cassa a rotazione – Per il momento, dunque, ai lavoratori non resta che “aggrapparsi” alla cassa integrazione straordinaria, il cui accordo imporrebbe specificatamente una rigida rotazione dei turni. Nessuna novità di rilievo è emersa ieri relativamente al comparto dell’alluminio (Isotta Fraschini), dove si attende di conoscere l’esito della trattativa in corso col gruppo francese. (Jac. Bru.)