La proroga non arriva e la Regione corre ai ripari. Il Consiglio dei Ministri di ieri sera ha deluso l’Umbria: non c’è stato tempo per il Ministro Clini di riparare al vuoto normativo che si è determinato con la mancata entrata in porto del decreto 1000 proroghe e che di fatto ha determinato dal 1 gennaio del 2012 il decadere della proroga prevista dalla legge ministeriale per consentire alle aziende preposte, nel caso dei comuni del Trasimeno – Perugino Tsa e Gest, di proseguire nel normale lavoro di raccolta e conferimento dei rifiuti presso le discariche. In questo caso quella di Borgo Giglione nel Comune di Magione.
Parola d’ordine tamponare – Adesso bisogna risolvere il problema, altrimenti da domani i cittadini di 23 Comuni più Foligno e Spoleto rischieranno di non vedersi ritirare i rifiuti dai cassonetti dell’indifferenziata.
Ordinanza in arrivo – Prefetto e Regione hanno deciso di muoversi con un’ordinanza in grado di sopperire al vuoto normativo. Si procederà così, i tecnici sono già al lavoro per la sua redazione. Lo conferma l’assessore regionale all’ambiente Silvano Rometti: “La presidente Marini ha già conferito con il Prefetto e presto sarà pronta l’ordinanza. Al telefono il ministero ha spiegato che la questione verrà risolta nel consiglio dei ministri di venerdì prossimo. Si è trattato di una svista – spiega Rometti – dipesa dal fatto che il mille proroghe non è stato varato. La deroga altrimenti si sarebbe rinnovata in maniera automatica”.
Svista – Il sindaco di Magione Massimo Alunni Proietti aveva ieri ironizzato dando la colpa alle festività natalizie che potevano aver distratto gli organi competenti da una grave situazione che si stava creando e da lui definita come il possibile “default dei rifiuti”. Ma non esagerava vista la rapidità con cui poi è scattato l’allarme fatto di telefonate di fuoco tra la cittadina lacustre, i vertici regionali e gli uffici romani. Si stava in effetti determinando uno scenario apocalittico. Cassonetti strabordanti e cittadini infuriati non sarebbero stati che una delle conseguenze. Ma i camion ancora non marciano, sono fermi in attesa del provvedimento dell’ultima ora. Da domani, forse, si torna alla normalità. Intanto è già da qualche ora che si cerca un bersaglio contro cui puntare il dito. Il gioco delle responsabilità è iniziato.