Carlo Ceraso
100 nuovi posti di lavoro in banca. Nel giorno del record della disoccupazione (ieri l’Italia ha superato quota 2,8 milioni di senza lavoro) l’annuncio choc è stato fatto dai vertici della PopSpoleto il cui board ha deliberato le cento nuove assunzioni insieme alla apertura di 2 nuove filiali a Pescara e Busto Arsizio. L’appuntamento ieri era fissato a palazzo Ajò con la stampa regionale. Ad aprire l’incontro, per il ritardo del vicepresidente vicario Michelangelo Zuccari e del dg Francesco Tuccari, è stato il direttore commerciale Quartucci.
Ok mutui, nì Chocogold – il dirigente ha tracciato un bilancio di questi ultimi tempi invitando “i risparmiatori umbri a uno sforzo di fiducia nei confronti” di Popolare Spoleto da sempre “impegnata a ridistribuire sul territorio” la propria attività. Quartucci ha sciorinato così i dati degli ultimi mesi. Pollice su per la campagna “Umbria che investe” il cui plafond di 100 milioni di euro era destinato per il 70% alle imprese, il restante ai privati. “In poco più di due mesi abbiamo azzerato il plafond accogliendo le richieste di più di 700 aziende medio-piccole; abbiamo privilegiato le imprese che hanno investito e internazionalizzato”. “Più di 200 i mutui ipotecari concessi alle famiglie, cui erano destinati 30 mln, per l’acquisto della prima casa. Anche in questo caso il nostro sforzo è stato ripagato: se il settore perde in media il 50%, Bps si attesta intorno a un -20%. Per questo abbiamo deciso di prorogare l’iniziativa fino al 31 dicembre. A chi vuole acquistare la prima casa offriamo mutui fino a 30 anni a tasso fisso del 5,5%”. Non è andata altrettanto bene per i Chocogold, nonostante le parole entusiastiche di Quartucci, almeno a fare un confronto con l’analoga operazione del 2011 ribattezzata Chocobond. Allora i certificati di deposito, che prevedevano un tasso lordo del 5%, furono tutti sottoscritti in un mese (70 mln); i Chocogold invece a ieri registravano “1.500 sottoscrizioni per un importo di circa 50 milioni di euro. Visto il successo – ha concluso Quartucci – abbiamo deciso di prorogarli fino al 16 novembre”. Per tutta la durata del breve intervento Quartucci, così come poi faranno Zuccari e Tuccari, non ha fatto altro che suggerire ai cronisti cosa scrivere il giorno dopo: “La notizia è questa”, “fate passare questo dato”, aggiunge di tanto in tanto, quasi non fosse sicuro dell’attenzione dei giornalisti. E sì che la maggior parte di questi ha puntualmente salutato ogni intervento con un lungo applauso, neanche fossero dipendenti della Popolare.
L’annuncio – all’avvocato Michelangelo Zuccari – ormai presidente di fatto di PopSpoleto visto che il n. 1 Nazzareno D’Atanasio è ormai “desaparecido”, come l’hanno ribattezzato i dipendenti – l’onore (e l’onere) di fare l’annuncio su quanto deliberato dal board. “La delibera del Cda di assumere 100 giovani dimostra a tutta la regione e all’Italia l’attenzione che Bps pone ai problemi sociali e in particolare ai giovani. E’ una scelta controcorrente; mentre si parla di esodi, di chiusura di sportelli, Bps che fa? Apre nuove agenzie, assume, è chiaro?” domanda quasi a sfidare la platea. “Bps è come un bel salmone, in buona salute, che sta navigando contro le acque e sta arrivando in un porto calmo…deve solo fare attenzione agli orsi e ai pescatori”. A chi gli chiede di spiegare la metafora, Zuccari risponde (senza spiegare): “ci sono orsi che girano più o meno voraci, e ci sono pescatori che cercano di prendere in castagna questo povero salmone”.
100 posti di lavoro – Zuccari affronta poi le regole previste per partecipare alla selezione. La domanda dovrà essere inviata solo telematicamente e la graduatoria sarà stilata in base ai titoli. 20 posti sono previsti per diplomati in ragioneria con punteggio non inferiore a 90/100 e di età non superiore a 21 anni nel 2013. 80 saranno invece gli impiegati in possesso di laurea in economia e commercio (o equipollenti) e giurisprudenza, con punteggio non inferiore a 105/110 e che compiranno al massimo 27 anni entro il 2013. “Il 60% dei posti sarà riservato a chi risiede in Umbria, il restante 40% a giovani di altre regioni. Il Cda ha anche deciso che almeno il 50% dei nuovi occupati dovranno essere donne”. Applausi dei presenti. Per inviare il curriculum vitae basta entrare nel sito Bps e poi nella sezione “Lavora con noi”, oppure clicca qui.
“Ossessionato dal merito” – la parola passa al direttore generale che puntualizza come il nuovo cammino tracciato dal suo insediamento (aprile 2011) sia all’insegna del merito. “Una azienda di servizi – dice Tuccari – deve avere comportamenti trasparenti, vivere lo sviluppo del territorio ma soprattutto continuare guardando al merito. Il merito nella concessione del credito, il merito nell’assunzione di giovani. Dalla difficile situazione in cui versa il Paese sono convinto che l’unica strada sia quella del merito, sono ossessionato da questo e mi pare che, seppure in un contesto ambientale non sempre favorevole, questa idea si è consolidata”. Non è dato sapere a cosa o a chi Tuccari faccia riferimento quando parla di “ambiente non favorevole”. Anche lui però sul finire sprona i media: “vi prego di dare la giusta importanza a tutto ciò, non inseguite le news, il gossip, inseguite la sostanza delle cose, solo così aiutiamo questa regione a uscire dalla crisi”. Amen.
Quota Mps – arriva così il momento delle domande. Una sola degna di nota, quella circa le trattative della holding Scs per trovare l’acquirente interessato al pacchetto azionario di Mps che tre mesi fa ha rotto i patti parasociali. Il presidentissimo Antonini lo aveva annunciato per il 15 ottobre, ma non se n’è saputo più nulla. “Non ho titolo per poter parlare di questo – spiega Zuccari – perché non faccio parte del board Scs, posso però confermare, avendo contatti quotidiani con Antonini, che ci sono delle trattative in corso che si stanno concretizzando e che credo dovrebbero concludersi entro il prossimo 15-20 novembre”. L’occasione però è troppo ghiotta per rilanciare il ritornello di queste ultime settimane, ovvero l’ennesimo invito alle Fondazioni Casse di Risparmio umbre a entrare nell’azionariato Bps. “”Auspico che le Fondazioni, oggi molto liquide, valutino attentamente un loro investimento nella nostra Banca, prima che passi l’ultimo vagone del treno”. Peccato che le Fondazioni quel treno lo hanno fatto passare di proposito, anzi, se possibile, gli hanno dato anche una spinta in più ad allontanarsi. “Mai con quel board” hanno da tempo fatto sapere le presidenze delle quattro Casse.
L’apertura alla Triplice – Il giorno prima, visto l’insuccesso ottenuto cercando una sponda nella presidente della regione Marini, ci aveva provato anche il dg Tuccari che a Perugia aveva voluto incontrare le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil. Una apertura giudicata “positiva” da Bravi, Sbarra e Bendini e dai rispettivi segretari di categoria che non dimenticano la “poca attenzione” ricevuta da Bps negli ultimi anni, quelli dominati sulla scena da Antonini che aveva sempre strizzato l’occhio agli autonomi e all’Ugl. Che il dg stia cercando di arrivare a palazzo Donini attraverso la mediazione della Triplice?
L’ira della Fabi – Di certo l’incontro ha segnato una rottura tra Tuccari e la potente Fabi che ha diramato un comunicato al vetriolo, chiedendo l’intervento di D’Atanasio-Zuccari e, ovviamente, Antonini. Leggiamolo: “La segreteria regionale della Fabi dell’Umbria, n relazione alle modalità della riunione indetta dal d.g. della BPS con le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, ha formalmente richiesto ai vertici della stessa Popolare un urgente incontro. La Fabi giudica estremamente grave e provocatorio che il Dg al di fuori di un esplicito mandato del CdA, abbia deciso di escludere la sigla più rappresentativa dell’Azienda da colloquio finalizzati a ricercare idonee soluzioni per i futuri assetti societari della Banca. La delicatezza del momento e del tema richiede la più ampia convergenza ed il più corretto profilo istituzionale delle iniziative intraprese che vengono invece declinate in un personalismo inaccettabile, specie quando mette in pericolo il futuro della Banca e dei suoi dipendenti. Al fine di formalizzare il proprio dissenso, censurare ed evitare il ripetersi di tali inopportune, modalità relazionali, la Fabi fa richiesta alla presidenza della banca e della Scs, un urgente incontro per il ripristino di corrette relazioni sindacali”.
Ribelli in ritirata? – Se il salmone stia davvero navigando verso acque tranquille, per dirla con le parole del vicario Bps, lo sapremo prossimamente, visto che su piazza Pianciani pende ancora la scure dell’ispezione di Bankitalia e dell’inchiesta avviata dalla procura della repubblica di Spoleto. Di sicuro sembrano meno agitate quelle che interessano l’assemblea dei soci Scs dello scorso 17 dicembre, quella ribattezzata “della vergogna”, quando Antonini, con un colpo di mano, ottenne la presidenza della holding. Su quella adunanza, come si ricorderà, pendono due ricorsi dinanzi al Tribunale di Spoleto: uno presentato dai tre ex consiglieri di amministrazione Scs Cucchetto, Raggi e Solfaroli, l’altro da quattro azionisti di Spoleto. Ebbene Cucchetto e Raggi, a sentire i bene informati, nelle ultime ore avrebbero raggiunto un accordo che metterebbe al riparo la Scs dal prosieguo della vertenza. Tutto ruoterebbe intorno alla Progresso Immobiliare, società partecipata dalla 3C Costruzioni di Cucchetto (51%) e dalla Scs Immobiliare del presidente Caparvi (49%), controllata da Scs. La cooperativa, a quanto trapela, vorrebbe da un lato rilevare la quota di maggioranza per un cifra a 6 zeri, dall’altro liquidare le spettanze rivendicate da Raggi che della Progresso è stato amministratore. In cambio i due si impegnerebbero a ritirare i rispettivi ricorsi. Resta però l’incognita di Solfaroli, che la scorsa settimana ha ottenuto dal giudice di Spoleto la sospensione di un decreto ingiuntivo emesso da Bps nei confronti di una società di Solfaroli proprio nei giorni successivi all’assemblea di dicembre, quella che sancì la definitiva rottura dell’asse Antonini-Solfaroli. Un atto, quello di piazza Pianciani, che i legali dell’imprenditore non avevano mancato di definire “ritorsivo” nei confronti del loro assistito. Che ora sta valutando di chiedere a PopSpoleto un indennizzo astronomico, più di 3 milioni di euro. Solfaroli, a quanto è dato sapere, sembra determinato a proseguire la causa legale. Come pure i 4 azionisti.
(ha collaborato Nicola Palumbo)
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