Jac. Bru.
Pedinamenti, insulti, diffamazioni in privato ed in pubblico, attentati all’incolumità fisica. Tutto questo avrebbe dovuto sopportare, per quattro lunghi mesi, un uomo residente a Spoleto. Fino a quando, esasperato e in preda ad un perdurante stato d’ansia, ha deciso di denunciare i suoi persecutori.
Si tratta di un uomo di 61 anni, spoletino, e di una donna di 51, residente anch’essa a Spoleto ma di origini polacche. Oggi, presso il Tribunale di Spoleto, si è aperto il processo a loro carico, anche se il giudice Roberto Laudenzi ha rinviato l’udienza al 15 aprile del 2014. I due sono accusati dei reati di ingiuria, diffamazione, violenza privata e atti persecutori, che avrebbero commesso in concorso tra loro in un lasso di tempo che va dal dicembre del 2009 al marzo del 2010.
I due imputati, stando alle carte processuali, ne avrebbero combinate davvero di tutti i colori. Prima avrebbero sostato in auto davanti al portone d’ingresso della casa della vittima in modo da ostacolarne l’uscita. Poi lo avrebbero diffamato pubblicamente appendendo sul portone della medesima casa un foglio in cui lo definivano un “ucraino schifoso con documenti falsi che ruba il lavoro agli italiani, disonesto, corriere della droga e amante di tale padre Igor”. Diversi anche i pedinamenti subiti dall’uomo, che in un occasione, avvicinandosi ai suoi persecutori per chiedere spiegazioni circa i loro comportamenti, sarebbe addirittura stato spruzzato negli occhi con una bomboletta di spray antiaggressione. Inoltre, il poveretto sarebbe stato insultato a più riprese con pesanti epiteti anche di fronte ad altre persone.
Alla base di tutto potrebbero esserci questioni di gelosia, anche se spetterà alla fase dibattimentale del processo stabilire l’eventuale veridicità e il movente delle violenze psicologiche e fisiche. Fase che non inizierà prima di un anno e mezzo.
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