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Case popolari: il confronto fra l'A.T.E.R. di Terni e gli abitanti di Strada Santa Filomena

Redazione

Case popolari: il confronto fra l'A.T.E.R. di Terni e gli abitanti di Strada Santa Filomena

Gio, 20/09/2012 - 08:30

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Riccardo Foglietta

Avere una casa di proprietà, oggi, sembra essere sempre di più un lusso. Lo sanno bene gli abitanti delle case popolari dell’A.T.E.R. (Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale) site in Strada Santa Filomena a Terni. Dopo 34 anni in affitto gli inquilini hanno intrapreso un percorso che ha comportato diversi incontri con rappresentanze dell’A.T.E.R. e della Regione Umbria, finalizzato alla vendita degli immobili nei quali attualmente risiedono in locazione ed intrapreso nel 2009 con le adesioni dei condomini. TO® ha avuto la possibilità di intervistare in merito alla questione Ottavio Maraldi, responsabile delle politiche sociali per il Partito della Rifondazione Comunista Federazione di Terni e Consigliere presso la Circoscrizione Sud di Terni.
TO®: Come nasce l’esigenza, da parte degli abitanti di Strada Santa Filomena, di acquistare le case dell’A.T.E.R.?
Maraldi: All’epoca dei fatti, parliamo del 2009, ero candidato nella Circoscrizione Sud e nel Consiglio Comunale di Terni per Rifondazione Comunista. Durante la campagna elettorale, quindi, venni contattato da alcuni condomini delle case popolari, i quali mi esposero la loro esigenza di riscattare quelle case dopo circa trenta anni di affitto pagato. Bisogna anche considerare che, quando parliamo di affitti sociali, non parliamo di affitti concorrenziali ai costi di mercato ma di affitti agevolati, proprio perché vengono calcolati in base al reddito del nucleo familiare che vi entra ad abitare. I primi abitanti delle case popolari, però, hanno usufruito di queste possibilità allocative circa trenta anni fa, periodo nel corso del quale sono subentrati molti cambiamenti, riguardanti principalmente il lavoro e l’economia. Ad esempio, i figli dei residenti dell’epoca nel frattempo hanno iniziato a lavorare, aumentando così il reddito del nucleo familiare di appartenenza; in questo modo il costo dell’affitto sociale, calcolato proprio in base al reddito della famiglia, è andato aumentando.
TO®: In che modo i residenti di Strada Santa Filomena hanno avanzato le proprie istanze?
M.: Nel 2010 si è costituito il Comitato Case Popolari Cospea Terni, impegnato a promuovere nelle Istituzioni locali e regionali un percorso politico che porti ad un programma utile alla dismissione di una parte del patrimonio dell’edilizia popolare esistente. E’ possibile realizzare tutto questo attraverso la vendita agli attuali inquilini, trasformando il loro canone di affitto in mutui agevolati. L’intento, mio e del Comitato, è quello di dare un aiuto economico alle fasce di popolazione più deboli, che in questo modo sarebbero in grado di acquistare una casa e, con il ricavato, finanziare la costruzione di nuove case popolari da destinare prima alle giovani coppie, agli anziani e agli studenti che, in un secondo momento, potranno riscattarle mediante mutui agevolati. Numerosi sono stati gli incontri avuti dal sottoscritto e dal Comitato con i rappresentanti dell’A.T.E.R. e della Regione Umbria, incontri a cui hanno sempre partecipato sia i residenti che i rappresentati delle tre scale dei blocchi abitativi in questione.
TO®: Quale è stata la risposta dell’A.T.E.R. alle richieste degli inquilini?
M.: Si è dimostrata disponibile, anche se rimangono ancora da definire alcuni importanti aspetti della questione: ad esempio, laddove si concludesse il percorso di vendita degli immobili e solo una parte degli inquilini non fosse in grado di acquistare, non è chiaro quali ipotesi si prospetterebbero. Nel corso di una riunione tenutasi il 18 maggio 2012 nella sede del Partito della Rifondazione Comunista di Terni, è stato ricordato che gli appartamenti non acquistati potrebbero essere messi all’asta con compratori esterni, al fine di evitare condomini misti. Questo però comporterebbe, ad avviso mio e del Comitato, gravi disagi alle persone che ci vivono da una vita, molte delle quali hanno eseguito negli stessi appartamenti lavori necessari e utili a proprie spese. Inoltre, nonostante l’adesione totale alla richiesta di vendita, con il tempo per qualcuno potrebbe essere cambiato qualcosa; chi paga un canone sociale proporzionato al reddito, infatti, potrebbe non essere più in condizioni di acquistare a causa della non convenienza del prezzo, della propria disponibilità economica, per l’età avanzata e la non accessibilità ad un mutuo o per la vetustà dell’appartamento.
TO®: Quale è, quindi, al momento la soluzione più probabile?
M.: All’A.T.E.R. converrebbe effettuare una vendita in blocco dei nuclei abitativi, mentre il Comitato Case Popolari Cospea Terni avanza una proposta di vendita mista, in base al quale nello stesso blocco abitativo chi vuole avrebbe la possibilità di comprare mentre chi non può o non vuole vedrebbe comunque tutelato il proprio diritto alla casa. È giusto, infatti, sottolineare che l’A.T.E.R. ha espresso la volontà di garantire anche i non acquirenti, mettendogli a disposizione altri alloggi. Gli abitanti di Strada Santa Filomena sono ansiosi di conoscere il responso della Regione Umbria in merito alla questione, considerando che un allontanamento dall’abitazione dei non acquirenti comporterebbe gravi disagi, oltre che psicologici, anche economici. Nei condomini in questione risiede qualche famiglia con soggetti diversamente abili, alcune con soggetti non più autosufficienti e gran parte delle persone sono anziane. Inoltre i non acquirenti potrebbero essere estromessi dall’appartamento dal nuovo proprietario, che pretenderà un canone speculativo. In ogni caso rimane ferma l’intenzione, da parte mia e del Comitato, di rimanere al fianco di tutti i residenti.

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