Giada Martinetti
La partita sulla presidenza della Vus si giocherà tutta lunedì prossimo. Fra quarantotto ore si saprà se il dottor Giorgio Dionisi, quarantenne spoletino, da 5 mesi esatti alla guida di Vus (dopo i sei di presidenza facente funzioni), meriterà la fiducia dei 22 sindaci dell’Area Vasta, o se dovrà lasciare il passo al 68enne Maurizio Salari, avvocato, per due lustri sindaco della città della quintana, poi amministratore liquidatore del Consorzio agrario di Perugia e attuale vicepresidente dell’azienda di servizi.
Il braccio di ferro è tutto fra i due soci più importanti, i sindaci di Foligno e Spoleto: anche ieri si sono incontrati, ma ognuno è rimasto fermo sulla propria scelta. Alla faccia dello ‘storico’ accordo firmato 9 giorni fa per la costituzione dell’Unione dei comuni. I falchetti, che da 11 anni guidano Vus, devono indubbiamente ritenere più che sufficiente il periodo ‘concesso’ agli spoletini.
L’incompatibilità – Salari, per presentarsi ai nastri di partenza, dovrà risolvere l’incompatibilità che gli deriva dalla professione forense. Un ‘guaio’ che, dicono i bene informati, potrebbe risolvere – non avendo intenzione di abbandonare lo studio legale che lo rende fra i principi del foro cittadino – delegando, una volta ottenuta la presidenza, ogni potere al futuro direttore generale che il prossimo Cda dovrà nominare. Considerando che con la riforma in atto la carica di presidente ingloba in pratica i poteri dell'ammiistratore delegato. All’assemblea dei sindaci sciogliere il nodo del contendere, a partire dal fatto che ogni nomina è correlata per definizione alle relative funzioni. Insomma c’è il rischio di trovarsi di fronte al solito fritto misto all’italiana. Ma si dovrà tener conto anche della ‘popolarità’ che Dionisi in questo periodo ha registrato fra gli stessi dipendenti Vus, non esclusi i folignati, che non ne fanno mistero affatto. “Mismetti rischia di fare un grosso errore – ci dice al telefono una impiegata – poi il piddì non si lamenti se Renzi prende piede fra l’elettorato!”. C’è poi la vicenda dello scandalo delle accise per i terremotati, uno scherzo che potrebbe costare più di 8 milioni di euro se le Dogane avranno ragione delle loro pretese, e che pesa, politicamente parlando, sulla proprietà dell’ex Asm che combinò il pasticcio, il comune retto da Salari (clicca qui).
Il Cda – ma i guai per i 22 primi cittadini dell’Area Vasta non sono finiti. Alla luce dei recenti interventi del presidente Monti, solo la carica di presidente sarà per così dire politica. Gli altri due membri del board dovranno infatti essere scelti fra dirigenti e funzionari degli enti locali che però, per ricoprire tali cariche, non riceveranno il becco di un quattrino. Neanche il gettone di presenza. Il fuggi fuggi, inevitabile, è così già cominciato. Una delle due cariche poi dovrà essere affidata ad una donna, situazione che complica ancor più l’affaire visto che il gentil sesso non sembra meritare ancora molti ruoli di rilievo.
Il d.g. – l’assemblea dei soci ha le ore contate perché, a detta degli amministratori, la mancata nomina della governance potrebbe aprire lo scenario di un commissariamento. Al Cda risolvere poi la questione del direttore generale: dopo la selezione avviata dalla Praxi sono rimasti sul tavolo quattro nomi. Tra i quali il dottor Walter Rossi, già direttore amministrativo Vus, e l’architetto Alfiero Moretti, attuale dg del Comune di Foligno che una recente sentenza della Corte Costituzionale ha rimesso in gioco facendo decadere ogni incompatibilità fra l’incarico attuale e quello per il quale Moretti si è candidato.
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Vus, Salari spera nel colpaccio ma teme norma su incompatibilità – Cda, ora nessuno vuol fare il consigliere
Sab, 08/09/2012 - 12:25