Daniele Mantucci – leader dell’opposizione di centrodestra- ha presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Perugia, alla Procura Regionale della Corte dei Conti e al Comando Generale dei Carabinieri per la Tutela Ambientale, riguardo al quasi prosciugamento dei fiumi Topino e Menotre. Lo annuncia il professore in una nota, sostenendo che “la causa di questo disastro ecologico non è la siccità, ma va ricercata nella politica del centro-sinistra, che in 60 anni di dissennata amministrazione ha disperso le enormi risorse idriche di cui Foligno naturalmente disponeva”. Tutt’ora, con il nostro fiume in secca – attacca Mantucci – il Comune di Foligno non è stato in grado di precisare quanta acqua Perugia concretamente prelevi dalle sorgenti di Bagnara e San Giovenale, mentre l’acquedotto perugino continua a disperdere il 56% delle proprie risorse idriche. La diga d’Acciano, a 15 anni dal terremoto, non è stata ancora ripristinata – incalza – e Foligno che ha perso il Tribunale, la banca, la centralità ferroviaria, il Centro Nazionale di Scanzano, la Spigadoro, la Rapanelli e migliaia di posti di lavoro, ora perde anche il suo il suo fiume. “L’opposizione punta alla ricostruzione dell'equilibrio idrico-ambientale così sconsideratamente distrutto – prosegue Mantucci – ed in questa prospettiva, non faremo mancare il nostro fattivo contributo. Ma le eventuali responsabilità di quanto sino ad oggi accaduto devono essere chiarite. La comunità folignate deve essere risarcita, anche economicamente, dell’enorme danno subito”. Il prosciugamento di un fiume può dar luogo a responsabilità erariale e può legittimare l’intervento della Corte dei Conti.