Sa.Mi.
Sono anni che la LAV di Perugia, a seguito di sopralluoghi effettuati presso la struttura sanitaria, inoltra richieste formali, chiede incontri e fa appello tramite la stampa al sindaco di Perugia perché intervenga con urgenza in quelle sezioni indispensabili alle attività sanitarie.
Le urgenze- Vi è necessità di un reparto di isolamento; un reparto per le malattie infettive; una vasta zona per la gestione e il recupero dei cani così detti impegnativi, che nella situazione provvisoria e inadeguate in cui passano la loro già difficile esistenza non possono che peggiorare le loro caratteristiche e rischiare così la morte per soppressione eutanasica come cani pericolosi. Nella struttura di base, peraltro, già poco adatta ad ospitare i cani in soprannumero rispetto a quelli previsti.
Le condizioni- 30 cani i previsti all’epoca della realizzazione sono sopitati in una struttura che secondo gli animalisti sarebbe diventata oggi oltremodo fatiscente e rischiosa per i 100 cani attualmente ospitati tanto che gli addetti del Servizio Veterinario vi lavorano con professionalità e diligenza ma con enorme fatica per garantire agli animali le minime condizioni di igiene e di benessere. Inoltre i cani, sostiene la Lav, “mangiano sempre lo stesso scadente mangime e il mangime dei gatti non è sufficiente tanto che le associazioni di volontariato sono chiamate a dare un contributo”.
I fondi ci sono- “Oggi, siamo preoccupati- spiegano- che il denaro pubblico stanziato dalla Regione Umbria non venga usato per risanare il canile sanitario ma che vada in altre direzioni magari meno urgenti , perché se oggi ci sono 170.000 euro in passato ci sono stati miliardi di lire e migliaia e migliaia di euro di cui, anche se previsto, niente è andato per l’adeguamento del canile sanitario.Se questo dovesse accadere, all’interno della struttura, si potrebbe riscontrare il maltrattamento di animali, nonostante il lavoro professionale, scrupoloso ed etico che vi svolgono coloro che ci lavorano”.
L’appello- “ La LAV è pronta a promuovere e /o appoggiare qualsiasi azione la dirigente del canile sanitario stesso volesse intraprendere per far si che quanto chiede da anni venga attuato- spiega Graziella Crescentini Gori portavoce dell’associazione- La LAV, oggi meno ingenua dati i risultati ottenuti, non intende fare un nuovo appello al sindaco di Perugia intende, invece, con il dovuto rispetto, porgli la domanda del perché la gestione economica e attuativa delle strutture comunali per il controllo del randagismo non sono state affidate all’assessorato all’ambiente come ogni logica lascerebbe prevedere.Abbiamo appreso,con piacere, che il coordinatore cittadino IDV di Pg, Franco Granocchia, interviene sulla questione del canile sanitario sito a Collestrada, richiamando l’attenzione del Comune di Perugia sulla disponibilità di denaro pubblico (170 mlla euro) stanziati dalla Regione Umbria per la messa a norma della struttura in oggetto”.