Francesco de Augustinis
Impianti piccoli, meno emissioni e materie prime di scarto. Queste le novità per quanto riguarda l’energia da biomasse nel Decreto Rinnovabili pubblicato a luglio dal governo Monti, che potrebbero significare in Umbria una frenata ai nuovi impianti a partire già dal 2013.
Autore di questa previsione è Fabio Rossi, numero uno di Confagricoltura Umbria e presidente della Fattoria Autonoma Tabacchi (Fat) di Città di Castello, con cui gestisce un impianto da 1Mw e ne sta progettando un secondo.
“La scelta di premiare gli impianti piccoli è rischiosa”, ha detto Rossi a Tuttoggi.info, commentando il Decreto Ministeriale. “Non ne sono sorti in Umbria perché sono di gran lunga meno convenienti”.
Il nuovo regolamento sulle rinnovabili, valido per gli impianti che sorgeranno dopo il primo gennaio 2013, prevede infatti un meccanismo che lima significativamente gli incentivi agli impianti di grandi dimensioni (sopra 1Mw per le biomasse e sopra i 300Kw per il biogas), favorendo chi propone impianti piccoli. Ad oggi in Umbria esistono 13 impianti di grandi dimensioni.
“Un impianto da 100Kw può costare un milione e mezzo di euro, mentre uno da 1Mw ne può costare tre e mezzo. Non c’è assolutamente proporzione. Quelli piccoli sono molto più costosi”, ha detto Rossi.
Sottoprodotti – Con l’entrata in vigore del nuovo regolamento sugli incentivi alle biomasse saranno premiati anche gli impianti in grado di produrre energia utilizzando “sottoprodotti”, ovvero materiali di scarto di agricoltura e zootecnia. Reflui, scarti agricoli e altri materiali organici derivati dalla produzione agricola riceveranno incentivi maggiori se saranno utilizzati nei nuovi impianti al posto delle agricolture dedicate. Una scelta che soddisfa le richieste di molti critici delle biomasse, che contestano la concorrenza di impianti per la produzione di energia con la filiera alimentare, ma che fa storcere il naso agli imprenditori.
“E’ un'altra cosa fuori dalla realtà”, afferma Rossi, secondo cui i sottoprodotti hanno molta meno capacità energetica delle agricolture coltivate e renderebbero antieconomiche le coltivazioni. “Diventa un processo poco applicabile in una regione come l’Umbria, dove non ci sono grandi allevamenti industriali e dove funzionano molto meglio le coltivazioni dedicate”, ha detto. Secondo il presidente di Confagricoltura, con questi nuovi criteri di incentivi in Umbria potrebbe divenire molto meno economicamente sostenibile creare nuovi impianti a biomasse, un settore dove nell’ultimo anno, hanno indirizzato le loro attenzioni decine di imprenditori in tutta la regione.
Rifiuti – Quella dei rifiuti è un'altra finestra che, con il nuovo regolamento sugli incentivi, si apre sul capitolo biomasse. Tra le novità introdotte dal Decreto Ministeriale sulle rinnovabili compare infatti anche la possibilità di incentivare la produzione di energia da biomasse che utilizzi come materia prima la frazione organica dei rifiuti o persino quella non differenziata.
“Una eventualità che non sta né a me né ad altri imprenditori valutare”, commenta Rossi, “ma che potrebbe aprire prospettive interessanti per ottimizzare delle risorse che oggi finiscono in discarica”.
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