Riccardo Foglietta
La sera di Castel dell’Aquila ieri è stata animata, nella cornice dell’ormai tradizionale festa storica del paese, dalla musica dei “Fischi per fiaschi”, gruppo ternano che si è esibito alla Taverna da Boe, luogo d’incontro e d’intrattenimento musicale nato nel 2007 grazie all’iniziativa di un gruppo di amici. TO®, nell’occasione, ha avuto la possibilità di intervistare Lorenzo Nicoletti, ovvero uno dei fondatori della Taverna.
TO®: Come e quando è nata l’idea della Taverna da Boe?
Lorenzo: Verso la fine dell’estate del 2006, insieme ad un gruppo di amici composto da Mirco Venturi, Luca Buscella, Matteo Ricci, Francesco Marinelli, Gabriele Grasselli, Fabio Tomassini, Leonardo Gubbioni e Mirko Pellegrini, nacque l’idea di creare un evento incentrato sulla musica e che potesse diventare un appuntamento fisso in estate. Abbiamo allora scritto uno statuto, all’interno del quale veniva stabilito il preciso ruolo che ciascuno di noi si impegnava a ricoprire nell’organizzazione dell’evento.
TO®: Quale è stato il tuo ruolo in questi anni?
L: Mi sono occupato, insieme a Fabio Tomassini fino al 2011, dell’organizzazione artistica: in poche parole, dall’agosto di ogni anno abbiamo iniziato a cercare e contattare i gruppi musicali per portarli ad esibirsi all’interno del nostro piccolo festival, ovviamente tenendo conto delle ridotte possibilità economiche a disposizione per gli ingaggi.
TO®: In base a quali criteri selezioni i gruppi? Prediligete alcuni generi rispetto ad altri?
L: Oltre che sul mio gusto personale mi baso sulle indicazioni di alcuni amici e sulle ricerche effettuate tramite internet. Per quanto riguarda i gruppi locali, spesso si tratta di musicisti che ci capita di ascoltare nei dintorni e che, in qualche modo, catturano la nostra attenzione. I “Fischi per fiaschi”, ad esempio, li avevamo ascoltati quattro anni fa a Sambucetole, all’epoca avevano ancora tanto da migliorare ma ci fecero divertire molto; questo è il quarto anno consecutivo che si esibiscono sul palco della Taverna. Per quanto riguarda invece i gruppi che non sono locali, ma che ci raggiungono da ogni parte d’Italia, spesso faccio un primo ascolto della loro musica tramite internet e cerco di immaginarli nel contesto della Taverna da Boe, dopodichè mi organizzo per sentirli dal vivo se passano nei paraggi. Ecco, credo che un criterio di scelta possa essere questo: la musica deve suggerirmi un’immagine della festa che gli avventori della Taverna potranno vivere ascoltando quel gruppo. Di conseguenza spesso prediligiamo il reggae, il folk e il rockabilly, anche se in realtà siamo aperti a qualsiasi genere o tendenza musicale.
TO®: Oramai è da diverso tempo che segui il festival. Puoi tracciare un bilancio di questi anni?
L: Per motivi personali questa sarà l’ultima edizione che mi vedrà coinvolto nell’organizzazione della Taverna da Boe. Devo dire che in questi anni ho avuto la fortuna ed il piacere di incontrare alcune persone che mi hanno arricchito molto dal punto di vista umano. Con questa sesta e consecutiva edizione è stato finalmente raggiunto l’obiettivo che un gruppo di amici si era prefissato tanto tempo fa, organizzando un evento che ha visto una grande partecipazione di pubblico nell’arco dell’intera settimana, una partecipazione ed un’affluenza che forse faranno invidia a qualcuno… Chi ha orecchi per intendere, intenda!
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