Lu. Bi.
La scorsa notte alcuni ragazzi appartenenti alla Gioventù Italiana e a La Destra hanno messo in atto una simbolica protesta a Terni, mettendo dei 'sigilli', con del nastro bianco e rosso, ai portoni delle sedi dei partiti Pd, Pdl e Udc. Il significato, a dire degli organizzatori, è quello di voler chiudere con la vecchia politica che sta appoggiando il governo Monti, colpevole, come si legge in una nota “di aver votato il 5 luglio scorso “no” alla sfiducia parlamentare nei confronti del ministro Fornero, fautrice di una riforma del lavoro che minaccia l'Articolo 18 e lo stesso diritto al lavoro per gli italiani: “PD, PDL e UDC vogliono i licenziamenti facili? Invece sarà il popolo italiano a licenziare questi partiti,che si dimostrano ogni giorno servi delle logiche di potere che stanno affamando il popolo italiano”. Si legge ancora nel volantino, allegato ai 'sigilli' delle sedi dei partiti “La messa in discussione dell'Articolo 18 rappresenta una grande mancanza di rispetto nei confronti di un popolo che sta già patendo fin troppo i danni di una crisi creata da banche ed alta finanza: le dichiarazioni del ministro Fornero, secondo la quale il lavoro non sarebbe più un diritto, costituiscono un'offesa alla dignità di ogni lavoratore rendendo nulli, di fatto, gli articoli 1 e 4 della Costituzione Italiana.
Gioventù Italiana ritiene che il lavoro, oltre ad essere un diritto, rappresenti la base del futuro di una nazione, e che in quanto tale debba
essere tutelato e garantito. Siamo pronti a scendere in piazza con i sindacati, andando oltre le fazioni politiche, uniti nella difesa di quello che noi non considereremo mai un mero costo di produzione, come vorrebbe insegnarci il prof. Monti, ma un diritto e un dovere sociale”.
Concludono i militanti: “I leader politici che sostengono questo governo (Alfano-Bersani-Casini) si rendono inevitabilmente complici di un vero e proprio massacro sociale: Gioventù Italiana ribadisce la sua posizione di contrasto a questa maggioranza e ai partiti che ne fanno parte. Non potrebbe essere diversamente, perché non staremo mai con chi per una poltrona s'è venduto ai giochi dell'alta finanza di Bruxelles, divenendone, di fatto, complice”.