Scritte sui muri e furto di un cartello stradale: sarebbero queste le uniche cose concrete in mano alla magistratura in merito agli arresti dei cinque spoletini. Episodi emersi dall'interrogatorio di garanzia di questa mattina e dalle intercettazioni telefoniche, come è stato raccontato questo pomeriggio dagli avvocati Carmelo Parente e Vittorio Trupiano, difensori di Michele Fabiani e Fabrizio Roscini Reali. I due, insieme ad Andrea Di Nucci, hanno risposto questa mattina alle domande di giudice e pm, disorientando la magistratura che non se lo aspettava, mentre Damiano Corrias e Dario Polinori si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere. L'avvocato Parente, nel corso della conferenza stampa, ha illustrato la composizione del fascicolo dove sono contenuti i capi d'accusa verso gli arrestati e il contenuto delle intercettazioni. In merito alle accuse, Michele Fabiani ha questa mattina ammesso la titolarità di alcune scritte sui muri, firmate con la A cerchiata. “Scritte sul cui contenuto si può discutere – ha detto Parente – perché più che minacce si tratta di offese”. Tra le intercettazioni emerge l'organizzazione di una cena della Fai, la federazione anarchica italiana (organizzazione riconosciuta e che niente avrebbe a che vedere con l'omonima sigla della federazione anarchica informale che ha rivendicato la paternità di alcuni atti tra cui la lettera alla Lorenzetti), l'organizzazione della manifestazione “contro gli scempi” del 9 giugno scorso, a cui partecipò anche l'onorevole Pietro Folena, durante la quale Michele Fabiani, intercettato, si preoccupa di ricordare il pagamento delle spese di affissione dei manifesti. “Si è parlato di prevenzione, di salto di qualità – ha detto ancora Carmelo Parente – facendo probabilmente riferimento all'affermazione figurativa in cui veniva detto ‘Questa manifestazione è stata per noi la prima battaglia' e ancora ‘In ottobre abbiamo intenzione di fare nuove manifestazioni'”. Insomma secondo Parente quelle degli inquirenti sarebbero solo equazioni assurde che si basano ad esempio sul ritrovamento di un giornale di Vicenza sul luogo del cantiere oggetto di atti incendiari lo stesso giorno in cui Michele Fabiani (come centinaia di altre persone) si trova a Vicenza ed ancora l'utilizzo per appiccare le fiamme alla centralina di alcol comprato all'Eurospin, proprio dove Michele (come buona parte degli spoletini) ha dichiarato di fare la spesa “perché costa meno”. Ancora spiegazioni relative all'intercettazione pubblicata da vari giornali, dove, secondo gli inquirenti, si farebbe riferimento ai proiettili poi spediti in busta alla governatrice dell'Umbria. “T'ho portato un regalo è il famoso passaggio – spiega il difensore – ma poi dicono per tre volte la parola soldi; la conversazione per il resto è incomprensibile”. Contestata negli atti anche il non parlare all'interno dell'auto, ma fuori: “Era estate!” sottolineano gli avvocati. Parole forti da Vittorio Trupiano, che ha fatto parallelismi con il caso Dorigo (“questa vicenda mi sembra più il processo a Dorigo bis”), ma anche tra gli screzi nella politica nazionale tra i ministri Mastella e Di Pietro. “La vita di questi ragazzi sarà sfregiata per il resto della loro esistenza” ha affermato Trupiano, proseguendo: “Mi conforta solo una cosa cioè che non ho mai visto un'inchiesta più ridicola e basata sul niente”.
