Arriva dal Movimento 5 Stelle l’ultima proposta in merito alla delicatissima questione dei suicidi dal Ponte delle Torri. Una proposta che prende spunto da un servizio di assistenza psicologica telefonica utilizzato in Irlanda ed Inghilterra e che non renderebbe necessaria l’installazione di videocamere, reti o cancelli sul monumento (definite “stupidaggini” dai grillini), ma che con un semplice cartello con su scritto un numero di telefono potrebbe forse consigliare a qualcuno che abbia deciso di compiere l’estremo gesto di rifletterci sopra un po’ di più. Di seguito il testo del comuniato.
Un semplice cartello – Consci del fatto che parliamo di un tema delicato, consci del fatto che (probabilmente) se una persona ha deciso di togliersi la vita se la toglie e basta, e consci del fatto che ne avrete sentite di tutti i colori circa la questione dei suicidi al Ponte delle Torri (reti, cancelli, telecamere, body guards, abbattimento del Ponte e stupidaggini simili), volevamo porre alla vostra attenzione una cosa, una cosa che uno di noi ha visto in Irlanda (e poi anche in Inghilterra) facendogli venire in mente questo pensiero: “perché questa cosa non può essere fatta a Spoleto, sul Ponte delle Torri?”. In Irlanda, visitando le famosissime Scogliere di Moher, altissime a picco sull'Atlantico, il nostro amico si è imbattuto più volte, lungo il sentiero che le costeggia, in cartelli con scritte come “Bisogno di parlare?” “Sempre qui, giorno e notte”, con sotto un numero di telefono. Non ci è voluto molto a capire il significato di quei curiosi cartelli: quel luogo è spesso teatro di suicidi e quei cartelli non sono nient'altro che un tentativo di scongiurare quel gesto, una ciambella di salvataggio. Ora, l'analogia col Ponte delle Torri è forte e chiara. Allora perché non provare con una soluzione di questo tipo che sarebbe sicuramente più economica e meno invasiva di improbabili reti, cancelli, addetti alla sorveglianza o inanimate telecamere? A volte alla base di questi gesti – che non vengono certo impediti da ostacoli o reti – c'è una mancanza di ascolto. Ovviamente non possiamo tenere uno psicoterapeuta sul finestrone 24h/24h, ma sicuramente possiamo garantire lo stesso servizio telefonicamente, un servizio di ascolto ed aiuto con dei cartelli posizionati in due o tre punti del Ponte e messi in maniera armonica con la struttura. A volte si tratta di un attimo di disperazione, che passa, magari con l'aiuto di una persona competente che anche al telefono riesce a farti tornare sui tuoi passi. Forse non risolverà la questione, forse di cento persone che proveranno a suicidarsi, solo una chiamerà quel numero. Ma servisse anche solo a salvare una persona, già sarebbe tanto. Forse davvero, come diceva uno spot anni fa, una chiamata può salvare la vita.
Monumento da valorizzare – Il ponte delle torri non può essere demonizzato come strumento di suicidio, ma va valorizzato perché è li da centinaia di anni ed è un monumento fondamentale per la città. Deturparlo con messe in sicurezza, cancelli ecc. non avrebbe senso, come non ha senso descriverlo “arma per il suicidio”. La nostra idea potrebbe essere uno strumento per risvegliare lo spirito di sopravvivenza che c'è in ognuno di noi, offuscato da momenti di scoramento che portano a decisioni cosi estreme.
Suggerimento al Comune – L'associazione che appare nei cartelli, SAMARITANS (www.samaritansonlus.org), è una onlus che esiste anche in Italia il cui scopo è quello di aiutare persone sull'orlo del suicidio. Purtroppo per motivi economici, non riescono a garantire il servizio di ascolto telefonico 24/24h come in altre parti del mondo, ma probabilmente, con un piccolo contributo da parte del Comune – magari tagliando le spese di… – questa associazione riuscirebbe a coprire il servizio per l'intera giornata, oppure potrebbe essere il Comune stesso a garantire un servizio simile a quello di questa Onlus.