Il 13 giugno 2012, le Organizzazioni Sindacali di Polizia daranno corso ad una manifestazione di protesta a corollario della festa regionale del Corpo di Polizia Penitenziaria, che si terrà a Terni in Piazza Duomo.
Perché il sentimento che ci pervade non è quello di celebrazione.
Noi non abbiamo nulla da festeggiare, i nostri sentimenti sono di rivalsa, il nostro animo ci spinge a sollevare la testa e a gridare il nostro disappunto per l’operato di questi dirigenti. L'amministrazione penitenziaria deve fornire atti di trasparenza e di coerenza, provvedendo a dare quelle risposte che il personale attende, risposte reali e non soltanto forme di gestione palliativo come la vigilanza dinamica dei detenuti che è un esercizio che tende soltanto a gestire la situazione e che non rappresentano una formula risolutiva, non sono ad avviso di queste scriventi, interventi efficaci a proporre una risposta a lungo periodo e soprattutto efficace.
Serve più attenzione per la sicurezza dei poliziotti, perciò queste forme di gestione dinamica debbono essere pensate a 360 gradi, con adeguamenti strutturali, materiali e tecnologici, formativi e non dimentichiamo umani e soprattutto non scaricando la responsabilità sull’operatore di trincea.
Per l'Umbria debbono essere realizzate assolutamente in tempi brevi:
1. PIanta organica della CC Perugia nuovo complesso istituto che dall’apertura avvenuta nel 2005 ad oggi è un carcere fantasma per il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria questa situazione paradossale ci fa gridare allo scandalo ed è l’ora che i dirigenti di questa amministrazione inizino a dare delle risposte concrete al personale che opera presso l’istituto del capoluogo Umbro ,
2. pianta organica CC Terni in virtù della nuova apertura del nuovo reparto per il quale è stato valutato una necessità di almeno 88 unità di Polizia Penitenziaria
3. Realizzazione della pianta organica del provveditorato dell'Umbria
4. assegnazione delle unità di polizia penitenziaria per l'apertura della rete DAPNET .
5. Assegnazione di unità di agenti assistenti alla Casa di reclusione di Spoleto e alla Casa di reclusione di Orvieto
Questo primo step d'interventi ci consentiranno di avere uno strumento normativo di riferimento, che non escluderà, come in passato, la regione Umbria da assegnazione di personale, penalizzazione che nelle ultime occasioni di mobilità, è stata una vera e propria sperequazione.
Per questo scendiamo in Piazza per dire che è ora, anzi è passata, di assumersi l'onere degli impegni, soddisfacendo con atti reali le rivendicazioni del personale;
Se ciò non avverrà i sindacati proporranno forme eclatanti di protesta, ricorrendo ove necessario all’autorità giudiziaria, proponendo per le mancanze di questa amministrazione anche azioni di classe “CLASS ACTION”, per tutelare i diritti della Polizia Penitenziaria.
Perciò le sigle sindacali chiedono la costituzione di un tavolo di confronto con i vertici del Dap, per risolvere e sanare per l'Umbria l'assenza ingiustificata di attenzione e per esporre le problematiche e le nostre proposte per la loro risoluzione. La piccola regione Umbria è gravata degli stessi problemi delle altre regioni Italiane.
Partecipate con noi vi aspettiamo in piazza Duomo a Terni per non perdere l'occasione democratica di riconquistare il sacrosanto diritto di dire, “io non ci sto”.
Venite numerosi, magari rinunciate alle cose futili portatevi a seguito i figli la moglie il cane, ma venite in piazza Duomo a Terni a fare sentire ai nostri dirigenti tutta la nostra amarezza verso il loro operato.
Pubblicizzate la manifestazione, attraverso il passaparola, il tam tam, è importante esserci, manifestare è democrazia, è libertà, manteniamoci questo diritto in Italia. Partecipare è un dovere verso noi stessi, verso il Corpo di Polizia Penitenziaria che merita di essere onorato da chi ci tiene, da chi lavora ogni giorno per mantenere la legalità e per la legalità manifesta.
Manifestare non è un atto di viltà, è un atto di coraggio, di rivendicazione, non ci lasciamo abbindolare da chi cerca di farci passare come i cattivi della situazione, perché manifestiamo in un giorno di festa per il corpo, a quelle persone noi diciamo che non ci interessano gli atti dovuti, le testimonianze e le frasi di circostanza da questo o quello, la medaglietta o la targa ricordo, alla Polizia Penitenziaria interessa soprattutto che questa amministrazione restituisca la dignità ai propri uomini attraverso interventi condivisi.
Chiunque libero dal servizio ha il diritto/dovere di partecipare alla manifestazione, per ristabilire valore al diritto di contestazione che per quanto ci riguarda avrà sempre un valore costruttivo e mai sterile, perché la nostra protesta non trascurerà quella attività propositiva e di collaborazione e di lealtà che abbiamo nei confronti dello Stato Italiano.
L'iniziativa ha l’obbiettivo di partecipare alla popolazione il grave disagio lavorativo che gli operatori di polizia Penitenziaria, nochè anche loro concittadini, stanno vivendo sulla propria pelle, un disagio creato da dirigenti di questo paese che adottano politiche di confronto non più accettabili, dirigenti immobili, attaccati soltanto alla poltrona e non sensibili alle richieste anche propositive delle organizzazioni sindacali. Contestiamo in maniera democratica con un fine alto che è quello di rimettere al centro delle discussioni L'UOMO e le sue necessità umane e sociali. Siamo pronti ai cambiamenti, anche coraggiosi, purchè questi cambiamenti non siano demagogia.