Mercoledì 6 giugno, alle ore 21.00, presso Palazzo della Penna, in Via Podiani 11, si parlerà del romanzo di Philip Roth, “Pastorale americana”, scelto come libro del mese dai soci del Circolo dei lettori. Nel corso dell'ultimo appuntamento della stagione con la Discussione Sul Libro Del Mese, si è scelto quindi di prediligere una sede “estiva”: infatti l’incontro si terrà nel cortile interno di Palazzo della Penna e sarà coordinato da Donato Loscalzo, professore di letteratura greca e cultore di narrativa americana.
Il libro di Philip Roth, scrittore americano nato nel 1933 a Newark, nel New Jersey, parla di Seymour Levov, un ragazzo alto, biondo, atletico: al liceo lo chiamano «lo Svedese». Ebreo benestante e integrato, ciò che pare attenderlo negli anni Cinquanta è una vita di successi professionali e di gioie familiari. Finché le contraddizioni del conflitto in Vietnam, esplose negli Stati Uniti, non coinvolgono anche lui, e nel modo piú devastante: attraverso l’adorata figlia Merry, decisa a «portare la guerra in casa». Letteralmente. Ma Pastorale americana non si esaurisce nell’allegoria politica; è un libro sulla vecchiaia, sulla memoria, sull’intollerabilità di certi ricordi. Lo scrittore Nathan Zuckerman, fin dall’adolescenza affascinato dalla vincente solarità dello Svedese, sente la necessità di narrarne la caduta. E ciò che racconta è il rovesciamento della pastorale americana: un grottesco Giudizio Universale in cui i Levov, e i lettori, assistono al crollo dell’utopia dei giusti, al trionfo della rabbia cieca e innata dell’America.
L'autore – Philip Roth ha studiato alla Bucknell University, prima di trasferirsi alla Chicago University per completare il corso di laurea in letteratura anglosassone. Si è quindi dedicato all’insegnamento. L’esordio narrativo è avvenuto con “Goodbye, Columbus”, sei racconti in cui Roth ha sfoderato da subito uno stile ironico, coltissimo, imbevuto delle suggestioni culturali a cui è andato sempre soggetto: la psicanalisi, il laicismo di matrice ebraica, la satira del contemporaneo. ”Portnoy’s Complaint” (Il lamento di Portnoy), reputato il suo capolavoro, è al tempo stesso una tragedia e una commedia personale, recitata da Alexander Portnoy, un paziente ossessivamente monologante sul lettino, preda di una nevrosi inestricabile a sfondo maniacalmente sessuale. Imprevisto e roboantemente epico, l’ultimo sviluppo della narrativa di Roth: con “Pastorale americana”, un romanzo definito epocale e con “Ho sposato un comunista”, Roth passa dall’allegoria alla cronaca letteraria della storia dell’intera nazione americana. Roth si è aggiudicato una serie impressionante di National Book Award for Fiction, mentre nel ’98 gli è stato assegnato il Pulitzer per “Pastorale america”