Carlo Ceraso
Più che una festa deve esser stata una giornata di passione a scoppio ritardato, la pasqua vissuta dal sindaco Nando Mismetti se anche in un giorno come quello di ieri, con uffici chiusi e giornali out fino a martedì, c'è stata l’impellente necessità di prendere le distanze e fare gli opportuni distinguo sulla vicenda della nomina del presidente della Vus andata, dopo 11 anni di dominio quintanaro, allo spoletino Giorgio Dionisi (leggi qui insieme alla dichiarazione del sindaco di Spoleto Benedetti). Il braccio di ferro – avviato da Foligno sin dallo scorso mese di settembre e che sembrava terminato sabato scorso, dopo sette logoranti mesi, con l’elezione di Dionisi avvenuta all’unanimità dei presenti – non è finito per niente. Anzi, è solo rinviato al prossimo mese di giugno, fra meno di 3 mesi, quando il mandato del board (Dionisi, Giancarlini e Salari) terminerà formalmente.
Leggiamo la nota diramata ieri, domenica di Pasqua 2012, alle 15.42: “Sono soddisfatto – scrive Mismetti – che siamo riusciti a raggiungere un risultato concorde, per permettere al consiglio di amministrazione di recuperare la piena funzionalità e di arrivare all’approvazione del bilancio, prevista entro il prossimo mese di giugno. L’attuale presidente e il rinnovato Cda rimarranno in carica fino a tale data: per il futuro non è stato preso alcun impegno, se non quello di continuare a lavorare per assicurare la soluzione migliore”. Non una parola sull’operato svolto da Dionisi-Giancarlini nei sette mesi in cui hanno dovuto tirare la carretta mentre la politica folignate delle poltrone decideva comodamente quale papabile fosse degno di entrare nel Cda (dopo le dimissioni dell’ex presidente Villa, anche questo di nomina mismettiana, trascinato dalle polemiche dell’estate scorso), né un augurio per le delicate eimportanti scelte che l’azienda di servizi pubblici dei 22 comuni dell’area vasta è chiamata a decidere. No, l’unica cosa che veramente stava a cuore, nel giorno di Pasqua, era quella di mandare un avvertimento: nessuno si monti troppo la testa, a giugno tutto tornerà in discussione. Che tradotto significa che il 67enne Salari – già sindaco per un decennio della città della quintana (senza considerare i successivi incarichi) ed elemento di spicco di quella Margherita che rivendica da tempo a Mismetti più poltrone – può ancora sperare. Mentre il 40enne Dionisi, prima ancora di esser messo alla prova, può star contento di aver guidato l’azienda per una ottantina di giorni scarsi. Stranezze di certa politica, ostinata a voler ricalcare le orme di quei bei tempi andati quando, all’ombra del Torrino, faceva il bello e il cattivo tempo su tutta la regione. Una precisazione, visti certi attacchi che, sempre sotto tono e a mezza bocca, vengono dalle frange margheritin-bocciane: queste colonne non pendono da nessuna parte, basano le loro considerazioni su regole universali che sembrano sfuggire a governanti ed esponenti politici folignati (in primis a quelli del Pd). Quale democrazia infatti ci può essere nel voler decidere le sorti di un board che da undici anni è saldo in mani folignati che non hanno scritto solo luci, ma anche un bel po’ di ombre nella gestione della più importante realtà pubblica dell’Area? Ha quindi ancora senso parlare di Area Vasta, di un territorio cioè unito da obiettivi comuni per contrastare le egemonie di Perugia e Terni, se questi obiettivi devono trovare dapprima i favori della Foligno da bere? Ecco, il piddì folignate risponda a questi due quesiti – lo faccia la giunta, la sua segreteria, il suo gruppo consiliare – e lo comunichi ufficialmente al mondo. Ricordando, o almeno provando a ricordare, di non essere più Figli di un dio maggiore.
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