Comitato No Inceneritori Terni
Decine di Comuni in tutta Italia stanno scegliendo la via della differenziata e del riciclo, dicono addio definitivamente ad ogni forma di incenerimento di rifiuti, programmano lo smaltimento nelle discariche verso una progressiva diminuzione e prevedono la costruzione di impianti di trattamento meccanico a freddo. Il comune di Reggio Emilia, ultimo in ordine di tempo, a maggio di questanno imboccherà questa strada.
Hanno scelto questa soluzione perché la più razionale dal punto di vista economico, ambientale e della partecipazione responsabile dei cittadini.
In tutti i comuni infatti, a fronte di investimenti iniziali in personale e mezzi, c’è stato sempre un rientro immediato dato dal risparmio enorme ottenuto grazie alla diminuzione progressiva del conferimento in discarica e dagli utili ottenuti dalla vendita dei rifiuti differenziati ai consorzi del riciclo. Si calcola una media di un lavoratore ogni mille abitanti.
Ci chiediamo allora perché il Comune della nostra città non segua le decine di esempi virtuosi, ma sia in grado solo di mettere in moto un piano di gestione della differenziata porta a porta che sembra più orientata a dimostrarne l’impossibilità che ad una reale strategia tesa al riciclo e alla riduzione dei rifiuti.
Dimostrare l’impossibilità della raccolta porta a porta, e quindi del circuito positivo che ne può scaturire, fa comodo a chi vuole che si continui a portare tutto in discarica e in inceneritore, cementifici compresi.