Sarà la fame di lavoro o di ambire a status migliori, fatto è che la voglia di fare il direttore generale di una medio-grande azienda qual è la Valle Umbra Servizi piace a molti. Sono infatti più di 600 le domande pervenute al 30 settembre scorso alla Praxi di Firenze, al società incaricata dal Cda Vus di formulare una rosa di candidati che possano soddisfare le esigenze della multiservizi impegnata nel settore rifiuti, gas metano e acqua.
Resteranno in 10 – i cacciatori di teste della Praxi hanno già cominciato a scremare le domande ma il lavoro sembra presentarsi più difficile del previsto vista la quantità di curricula inviati. Entro la fine del mese comunque sul tavolo del Cda del presidente facente funzioni Giorgio Dionisi ne dovranno arrivare non più di 10. Il neo direttore generale sarà uno di questi. Dal board fanno sapere che la candidatura, per quanto di competenza del Consiglio, dovrà necessariamente incontrare il favore dei Soci (i 22 Comuni che detengono il pacchetto Vus).
Botte a Legambiente – ma non è l’unica notizia del giorno. Nel pomeriggio il Pd di Spoleto (2à azionista dopo Foligno) ha diramato una nota con cui accelera i tempi della nomina del presidente dopo le dimissioni estive del presidente Sergio Villa a seguito del clamore sulla vicenda della cessione delle quote di VusCom. La città del festival, con il sindaco in testa, è decisa a far rispettare gli accordi presi a suo tempo: la nomina del presidente spetta a Spoleto, dopo quasi un decennio di nomine folignati. Leggiamo: “Il PD di Spoleto – scrive il segretario Andrea Bartocci – ritiene oramai maturi i tempi per la definizione della figura di Presidente VU SpA. Sono passati due mesi dalle dimissioni del presidente Villa e crediamo quindi indispensabile esprimere una posizione chiara e precisa, nell’ambito di quelle che sono le responsabilità di un partito di governo e di maggioranza. La VUS, da qualche tempo al centro di una vera e propria tempesta nonché delle mire di qualche società privata, necessita di una celere ricostituzione dei vertici aziendali, della individuazione di una figura tecnica altamente qualificata di direzione e della definizione di un piano industriale che possa valorizzare le energie e le risorse presenti all’interno dell’azienda”. Continua Bartocci: “riteniamo che per la natura del servizio svolto e per l’essere una società a capitale interamente pubblico, la VUS necessiti di una figura politica che la guidi, che sia espressione del territorio e che ben ne conosca le specificità e le problematiche. Facciamo notare che anche altre realtà miste pubblico-private, quali ASM di Terni, per la presidenza ritengono opportuna una figura espressione del territorio”. Una premessa doverosa per aprire il ‘fuoco’ sulle ultime prese di posizione di Legambiente che ha candidato Walter Ganalini alla presidenza trovando il sostegno dell’assessore folignate Piccolotti e del suo partito (Sel).
Il ‘no’ a Ganapini – “abbiamo accolto con un certo stupore alcune uscite di esponenti del centrosinistra territoriale e nazionale, quali il Senatore Ferrante, ex direttore generale di Legambiente, che non ha ritenuto di essere presente con gli altri parlamentari dell’Umbria al tavolo urgente convocato dall’Amministrazione comunale di Spoleto quando si parlava dei drammatici problemi della ex Pozzi, nonché della stessa Legambiente Umbria, che sembrano fungere, invece che da sentinelle e da stimolo sulle tematiche ambientali, da ufficio di collocamento per qualche suo ex-dirigente in cerca di ricollocazione (Ganapini appunto, n.d.r.). Così come abbiamo accolto dalla stampa con autentica indignazione l’autocandidatura di questo stesso dirigente”. “Se qualcuno ritiene di possedere un’autentica competenza tecnica in materia ambientale, e non abbiamo ragione di dubitarlo, avrebbe potuto partecipare alla selezione per direttore generale della stessa VUS. Il PD, quindi, chiede che si superi in fretta l’attuale situazione, affinché si possano affrontare con la dovuta serenità situazioni complesse quali l’esaurimento della discarica di Sant’Orsola, l’incremento della percentuale di raccolta differenziata attraverso l’implementazione del servizio di raccolta porta a porta esteso a tutto il territorio di competenza, il completamento del ciclo dei rifiuti, gli investimenti nelle reti idriche e del gas e la risoluzione dei problemi relativi al personale. Problematiche che possono essere affrontate soltanto valorizzando figure in possesso di sensibilità politica e di esperienza, maturata in un’azienda con quasi 400 dipendenti e che ha sempre ottenuto risultati positivi al servizio del territorio” conclude Bartocci. Il documento segue di poco quello del piddì folignate che aveva richiamato gli alleati ad evitare “fughe in avanti”: in sintesi, Ganapini è ‘bruciato’, come era facile preventivare vista l'intempestiva e barcollante proposta di Legambiente.
(Carlo Ceraso)
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