“Ancora 7 giorni”. Non uno di più. E’ il diktat messo dal sindaco Daniele Benedetti agli alleati (Psi in testa ma anche a Uniti per Benedetti) al termine della riunione di segreteria terminata dopo le una di questa notte. Il Pd ha fatto quadrato intorno al primo cittadino e ne condivide linee e strategie. Inclusa quella che, se non vi saranno ripensamenti da parte degli alleati, non è più il caso di andare avanti: si torna tutti a casa. Quella che a qualcuno sembra la solita ‘minaccia’ prende di ora in ora sempre più corpo come l’ultima risoluzione. “Tempo una settimana e se non arriva una risposta credibile rimetto il mandato, la lettera come sapete è pronta e per inviarla al Prefetto non occorrono nemmeno protocolli”. Questa la sintesi dell’intervento con cui il sindaco ha iniziato e concluso la propria relazione di fronte alla segreteria del PD allargata ai membri di giunta, ai rappresentanti degli Enti di secondo livello, al gruppo consiliare e ai rappresentanti in segreteria regionale e provinciale.
“Non possiamo pensare ad una semplice verifica di maggioranza per risolvere una crisi passeggera – ha detto il segretario Andrea Bartocci – occorre ritrovare non tanto e non solo le motivazioni dello stare insieme per portare avanti il nostro progetto nei tre anni che restano fino al 2014, naturalmente con le necessarie modifiche alla luce della crisi economica sociale e finanziaria, ma ciò che dobbiamo fare davvero è ritrovare il rapporto corretto tra di noi, il rispetto tra le persone, la lealtà tra i partiti”. Bartocci si è soffermato a lungo su questi concetti e sullo spirito di coalizione, “senza il quale, ad avviso di tutto il partito Democratico, il progetto ha ben poche possibilità di continuare il cammino. Il problema non sono più nemmeno le commissioni, qui è in gioco l’autorevolezza di un’intera amministrazione cittadina. O ritroviamo il collante di fondo per restare insieme, oppure significherà che abbiamo perso di vista il bene comune della città. Il nostro dovere, del Sindaco come dell’ultimo degli eletti, è di garantire una buona amministrazione agli spoletini. E precondizione, rispetto a questo, è recuperare lo spirito di coalizione: fare squadra, difenderla, dovunque e comunque, dentro e fuori, consiglieri, assessori e dirigenti dei partiti. Prima si sceglie di stare insieme, e poi discutiamo del merito delle questioni. Se non ci sono le condizioni perché questo sia, è meglio trarne le dovute conseguenze, nell’interesse della città. L’autorevolezza, soprattutto per un giovane gruppo dirigente, la si costruisce con la serietà. Non ci sono alternative. Se non torniamo alla condivisione autentica degli obiettivi, se non abbandoniamo la strada desueta degli accordi e degli accordini per tornare alle intese siglate con una stretta di mano, non credo che potremo dare una risposta seria e responsabile alla giuste richieste del sindaco. E la conseguenza sarà inevitabile per tutti”. Una sintesi che è stata condivisa all’unanimità dei presenti. Non sfugge però tra le righe il richiamo anche a quel “dentro e fuori, consiglieri, assessori e dirigenti dei partiti”: un messaggio neanche troppo velato a chi starebbe remando contro come, stando ai rumors, un paio di assessori (Cintioli e Lezi?) e il vice presidente del consiglio comunale Paolo Martellini. Bartocci, nel comunicato diramato in tarda mattinata, ha annunciato che già dal pomeriggio contatterà “i segretari delle forze di coalizione per avviare la verifica chiesta dal sindaco e condivisa dal PD, tempo massimo una settimana per dare una risposta immediata al futuro della coalizione. Solo se si troverà la quadra si potrà passare a metter mano al percorso che dovrà indicare le tappe e i tempi che dovranno portare a conclusione la revisione del programma di mandato e la definizione delle priorità per i prossimi tre anni da presentare e confrontare con la città. In caso contrario la lettera per rimettere il mandato è già nel cassetto”.
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