di Rocco Valentino, consigliere comunale Pdl
Un mio intervento in Consiglio Comunale sulla pianta organica delle farmacie a Perugia ha sollevato sussurri e bisbigli tra gli addetti ai lavori. Stranamente un argomento di normale amministrazione ha superato le note piacevoli ed alte della musica di questa settimana, che ha allietato i Perugini e i turisti che hanno visitato la nostra splendida Città. Perché, per una nota stonata, per un politico fuori dal coro, succede tutto ciò? Innanzitutto, per un’ulteriore incrinatura nella compattezza delle forze politiche di maggioranza che amministrano la Città, ossia l’approvazione della nuova pianta organica delle farmacie licenziata con una maggioranza risicata, ossia un sintomo che non si può sottovalutare; infatti in sede di Consiglio e tra molti Consiglieri di maggioranza e minoranza comincia a serpeggiare un dubbio e molte osservazioni sul fatto che negli anni la logica della distribuzione delle farmacie sul territorio possa far evidenziare qualcosa che non va. E poche ore dopo questo parto sofferto, in attesa della benedizione del Consiglio Regionale, con inopportuna scelta (politica) dei tempi, si concretizza in testa ai santoni che pensano e credono di gestire senza che nessuno osi fiatare le farmacie perugine, l’idea di creare in pianta organica uno spazio per una delle farmacie del centro storico nella zona di Case Bruciate. Rendo plauso a chi, a prescindere dal colore politico, si avvia alla consapevolezza che in alcuni casi l’amministrazione eletta sia bloccata nella sana politica delle scelte da consuetudine e da organismi tecnici consultivi in cui da decenni non c’è ricambio, sistemi sostanzialmente autoreferenti, in cui non gioca un ruolo la dialettica contraddittoria e costruttiva, l’analisi condivisa e il contatto con la realtà diffusa, ma si antepongono altre logiche che tentano di consolidare antiche scricchiolanti fondamenta. La pianta organica è la pianta della Città divisa in zone, il servizio farmaceutico è l’evolversi della realtà urbanistica della Città, ogni zona individuata in base a criteri demografici, può esistere una farmacia. Questa pianta cresce e si modifica adattandosi, si revisiona per legge ogni due anni all’evolversi della realtà urbanistica, ma negli ultimi anni più che una mappa sembra essersi trasformata nel gioco del Monopoli, e sembra che chi sta in viale dei Giardini non voglia che si occupino le caselle verdi ancora libere. Corso Vannucci e Piazza Matteotti sembrano essere diventati vicoli stretti e vicoli corti, qualcuno se vuole se ne può andare, ma per favore nelle caselle giuste, per un buon servizio alla Città e ai cittadini, non per i giochi di qualcuno che continua a pensare di essere il padre padrone delle farmacie perugine”.