Carlo Vantaggioli
Si cercava disperatamente da giorni qualche spettacolo di Spoleto54 che scatenasse furibonde dispute come ai bei tempi andati? Ebbene da ieri sera il piatto è servito. All’uscita del Teatro Romano, dopo lo spettacolo “Giuliett′e Romeo – m′engolfi l′core, amore” di e con Filippo Timi, apriti cielo! S’è visto e sentito di tutto, nulla di paragonabile persino all’aspra discussione sul concerto in piazza con la musica di Gershwin di Spoleto52. Addetti ai lavori, attori e registi, che con sorrisi tiratissimi, accennando al potere mediatico conquistato da Timi, sentenziavano “si ride molto ma…è una cagata”. Ragazzi giovanissimi che non finivano di dire “ganzo, bello, mi sono ammazzato dalle risate…”. Le cariatidi festivaliere, che non mancano mai, sdegnate perché lo spettacolo non è da Festival dei Due Mondi, ed una coppia di agitate 40enni del nord, che salendo eccitate le scale del Romano si dicevano tra loro sghignazzando “Lo inviterei a prendere il tè, Timi …”. Si, il tè, come no…
Una Babilonia indecifrabile, se non fosse che il Teatro era quasi pieno, almeno 600 persone, e risate che, se le orecchie non ci ingannano, sono state costanti dal primo all’ultimo minuto di tutta la rappresentazione. Degli applausi e delle chiamate alla ribalta al termine dello spettacolo non ne parliamo. Nessuno ha fatto meglio sin’ora.
Che sarebbe stato uno Show più che uno spettacolo, lo si era già capito quando al primo apparire di Timi alla ribalta, dal numeroso pubblico femminile presente si sono alzati i tipici gridolini da groupies come ai concerti rock. Il resto è stato un crescendo.
Ma che tipo di spettacolo è quello che Timi ha messo in piedi con il Teatro Stabile dell’Umbria?…
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