E si riparte! Checchè se ne dica in giro sul Festival di Spoleto, anche la 62esima edizione si appresta ad aprire il sipario il 28 giugno con un cartellone di proposte multidisciplinari che rispetta in pieno la tradizione e il marchio di fabbrica del fondatore Gian Carlo Menotti.
Nel tempo, questa caratteristica strutturale non è mai venuta meno dando quindi spazio a quei settori dell’arte che hanno fatto la fortuna della kermesse spoletina. Opera, musica, danza, teatro, arti figurative, performance, di questo è fatto il Festival, prima come ora.
La quantità dell’offerta culturale nei circa 15 giorni di programma non va confusa con il giudizio qualitativo della proposta, che alla fine può anche essere un valido motivo per non rinunciare comunque a Spoleto, inteso come contenitore perfetto.
E’ forse per questo che il claim di Spoleto62 è Ocean of Inspirations, tanto per dare la misura sensoriale e la possibilità di scelta di ciò che ci apprestiamo a vivere al Festival.
Nella Sala XVII Settembre del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, sono presenti il Presidente della Fondazione Festival, il sindaco Umberto de Augustinis, il Direttore Artistico, Giorgio Ferrara e il Vice presidente della Fondazione, Dario Pompili per quella che, un pò a “tigna”, è stata la prima volta della conferenza stampa ufficiale del Festival fatta in anteprima a Spoleto e solo dopo, (oggi,18 aprile, per chi legge) a Roma. Con qualche disagio inevitabile per i giornalisti che invece dovrebbero essere proprio quelli che poi parlano del Festival. Chi era a Spoleto non potrà pubblicare il proprio articolo (embargo) fino al termine della conferenza romana del 18. Un accrocchio, tutto sommato di lieve entità, ma pur sempre un accrocchio, tanto per ribadire il concetto che “viene prima Spoleto”. Una innocua botta di provincialismo crono-tattico.
Come sempre il Direttore Artistico Giorgio Ferrara aveva, in occasione dell’appuntamento natalizio del Festival anticipato I due gioielli del Due Mondi.
Ad aprire l’edizione 2019 del Festival sarà ancora una volta l’Opera contemporanea. E chi meglio della osannata Silvia Colasanti poteva essere la compositrice più adatta a mettere in musica un testo, non certamente comune, come il dramma in versi Proserpine (il mito di Proserpina) di Mary Shelley, la conosciuta autrice del Frankenstein, e scritto a due mani con il marito Percy Bysshe Shelley.
Cast dei cantanti tutto di lingua inglese perchè l’opera sarà rappresentata, appunto, in lingua originale, regia di Giorgio Ferrara, costumi di Vincent Darré, luci di Fiammetta Baldisseri, scene di Sandro Chia (pittore e scultore maestro della Transavanguardia), e direttore d’Orchestra (Orchestra Giovanile Italiana) Pierre André Valade.
Prosegue dunque, secondo anche le indicazioni di programmazione triennale del Mibact, la ricerca del Festival nei meandri della composizione contemporanea grazie al lavoro straordinario di Silvia Colasanti, dopo i successi del Requiem (CLICCA QUI) nel 2017 e Il Minotauro del 2018.
Spoleto62 si chiuderà invece il 14 luglio con l’altro spettacolo che nell’immaginario degli affezionati del Festival ha ormai dimensioni mitologiche, ossia il Concerto finale in Piazza Duomo che vedrà protagonista l’Orchestra e il Coro dell’Opera di Roma, diretti da Daniele Gatti, attuale Direttore Musicale dell’Opera. Il programma prevede una selezione dal repertorio francese di Giuseppe Verdi frutto della collaborazione del grande compositore con la Ville Lumière. Si torna alla tradizione dopo i cavalli bianchi, le attrici di grido e i roghi in piazza con la bombola del gas.(CLICCA QUI)
Due gli spettacoli al Teatro Romano, mentre il terzo appuntamento quest’anno sarà una proposta originale e tutta da vedere che andrà in scena invece al Teatro Nuovo.
Il 28 e 29 giugno sarà la volta della Ecole Atelier Rudra Bejart di Losanna, fondata dal celebre coreografo Maurice Bejart, ed oggi diretta da Michel Gascard. Non è la prima volta della scuola di Bejart a Spoleto che al Teatro Romano metterà in scena My French Valentino, sfolgorante carrellata sulla vita di Rodolfo Valentino che all’inizio della carriera era stato ballerino nei Ballets Russes di Sergej Djagilev. Si preannuncia un palcoscenico affollato di ballerini, musicisti e cantanti.
Il 5-6-7 luglio invece arriva il Dutch National Ballet con le coreografie di Hans Van Manen. Ode to the Master, in onore del coreografo che sta avendo una rinnovata attenzione internazionale per il suo lavoro a metà tra danza accademica e Modern Dance.
Terzo appuntamento con la danza il 12 e 13 luglio, ricorrendo i 100 anni della fondazione della Bauhaus, che vedrà tornare in scena il celebre Balletto Triadico di Oscar Schlemmer. La musica di Hans Joachim Espos e i costumi fedelmente riprodotti saranno sicuramente una novità per molta parte del pubblico “della tradizione” tersicorea a Spoleto. Si associa allo spettacolo la riproposizione di Quadri in Esposizione, ardito esperimento andato in scena per la prima volta nel 1928 con musica di Modest Mussorgsky e le scene-protagoniste di Wassily Kandinsky. Sul palcoscenico nessuna figura umana ma solo i colori nella forma pensata e realizzata dal celebre pittore.
Da qualche anno la programmazione teatrale del Festival ha raggiunto un gradimento del pubblico incoraggiante. Merito anche di alcune proposte che hanno lasciato il segno e spingono il pubblico a tornare a Spoleto.
E’ senza dubbio il caso di Emma Dante, autrice, attrice, e sopratutto regista che nel metafisico spazio di San Simone propone Esodo, racconto su un lungo cammino con protagonista Edipo, trasposizione di Edipo Re di Sofocle. La Dante sarà accompagnata dagli allievi- attori del Teatro Biondo di Palermo, dal 4 al 14 luglio.
Nelle stesse date andrà in scena anche una interessante proposta che vede protagonista Adriana Asti con La Ballata della Zerlina di Hermann Broch. Regia e performance di scena di Lucinda Childs, la celebre coreografa, già protagonista a Spoleto61 (CLICCA QUI) Una accoppiata, quella Asti -Childs che desta curiosità e anche attenzione.
Dal 5 al 14 luglio invece vedremo in scena per la prima volta la modella Eva Riccobono, che debutta in arte (come si diceva una volta) con un testo pluripremiato del commediografo scozzese David Harrower e con la regia di Andrée Ruth Shammah, Coltelli nelle galline.
Altrettanto glamour, il Berlin Kabarett con Marisa Berenson, musa di Yves Saint Laurent, ma anche attrice per Visconti e Kubrick, in scena alla sala convegni San Nicolò dal 29 giugno in più date fino al 13 luglio. Uno spettacolo che in cui la Berenson sarà Kirsten, direttrice di un famoso cabaret di Berlino durante I primi anni dell’ascesa del nazismo.
E visto che la moda la fa da padrona, arriva a Spoleto anche il musical targato Jean Paul Gaultier il Fashion Freak Show, che ha fatto furore alle Folies Bergere di Parigi, con tutto il suo armamentario di colori squillanti, piumaggi esagerati, corpetti spaziali con i seni blindati e a punta e magliette alla “vestivamo alla marinara”. Di sicuro ci scapperà qualche commento-reprimenda bacchettona. Non vediamo l’ora di sapere chi sarà il primo. In scena al Teatro Nuovo dal 4 al 7 luglio, mentre Spoleto attende trepidante lo stesso Gaultier (Giorgio Ferrara ha annunciato il suo arrivo), con la sua “corte dei miracoli”.
Di grande fascino invece lo spettacolo del genere No della scuola giapponese Hosho dal titolo Takigi No. In scena al Chiostro di San Nicolò, alla luce dei falò, il 28 e 29 giugno.
Immancabili, e guai se fosse il contrario, gli studenti-attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Darammatica “Silvio D’Amico”, con il progetto European Young Theatre 2019.
Ricchissima anche la consueta proposta di La MaMa Spoleto Open, quasi un Festival nel Festival, con la sua spiccata interdisciplinarietà di proposte. A breve tutto il programma in dettaglio nel sito dedicato CLICCA QUI
Oramai è chiaro che il filone della contaminazione tra generi musicali, al Festival, non verrà abbandonata tanto presto. E Ferrara tira fuori dal cilindro due proposte onorevoli e degne di nota.
La prima sono due concerti al Teatro Romano del duo Stefano Bollani e Hamilton De Hollanda. Già protagonisti in duo a Umbria Jazz nel 2012 (CLICCA QUI), ma molte altre volte insieme anche in formazioni diverse, Bollani- De Hollanda rappresentano il dialogo tra linguaggi melodici solo apparentemente diversi. Conoscendo benissimo Bollani come artista e istrione, il lirismo e la tecnica strabiliante di De Hollanda al bandolim, siamo certi che a Spoleto il duo riscuoterà un successo straordinario.
Il 7 luglio invece, in Piazza Duomo, appuntamento con Vinicio Capossela e la sua Cantata per le creature, perfetta letizia e altre ballate per uomini e bestie.
Capossela può essere considerato il trobadour italiano per eccellenza, poeta, cantautore, ri-trovatore, immaginatore, una scelta quella del Festival che rende onore ad un artista di grande spessore e che una grande parte del suo pubblico considera ormai di vero e proprio “culto”. Ideale programmare il suo concerto nel giorno del compleanno del M°Gian Carlo Menotti.
Nella tradizione invece l’immancabile ciclo dei Concerti di Mezzogiorno, il concerto della Banda dell’Esercito, e molto altro ancora.
Due i momenti che si potrebbero definire “classici” tra gli eventi a Spoleto62. Il primo, ricorrendo I 500 anni dalla morte di Lucrezia Borgia, sarà la conversazione con il pubblico di Corrado Augias sul personaggio (12 e 13 luglio). Il secondo è l’appuntamento del 4 luglio con Paolo Mieli e la sua conversazione su Elogio dell’Oblio.
LA POLEMICA – Mieli quest’anno non sarà protagonista del ciclo di incontri promosso dalla società Hdrà, che ha traslocato la sua programmazione a Napoli – Rione Sanità, con tanto di strascico polemico seguito da una dichiarazione alla stampa di Mauro Luchetti, patron di Hdrà, che parlando di Festival ha spiegato come sia “… diventato un po’ statico negli ultimi anni, ha perso – dice al Corriere del Mezzogiorno – la carica straordinaria della gestione di Gian Carlo Menotti, che andava sempre alla ricerca di spettacoli particolari. Allora era tutto un laboratorio, mentre oggi il festival è diventato un fenomeno di giro in cui trovi sempre le stesse persone e gli stessi interlocutori”.
Inevitabile la risposta risentita del presidente della Fondazione, il sindaco Umberto De Augustinis, che in un appunto infilato direttamente nella cartella stampa consegnata alla conferenza, “rammenta con disappunto la grave situazione di imbarazzo determinata da alcuni eventi organizzati da Luchetti nel 2018, che hanno caratterizzato indagini penali della Guardia di Finanza tuttora in corso. Ci auguriamo che il Rione Sanità di Napoli offra un contesto di legalità e correttezza non meno consono alle iniziative di Hdrà di quello che caratterizza da sempre il Festival”. Veleni, più che mieli.
A onore del vero, gli organizzatori del format avevano scritto lo scorso dicembre a De Augustinis due lettere, nella sua qualità di presidente della Fondazione e sindaco della Città, dando piena disponibilità a ripetere la manifestazione con Paolo Mieli anche in questa 62esima edizione del Festival. Non solo, nelle missive lo stesso Luchetti annunciava la volontà di rinverdire il Premio Spoleto Cinema che era stato fondato dal padre Loreto e al quale avevano a suo tempo collaborato registi del calibro di Antonioni e Fellini. Una iniziativa che si presume potesse creare un potenziale interesse con la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove Hdrà ha dato vita con successo ad una iniziativa simile a quella di Spoleto. Ma a nessuna delle due lettere è arrivata risposta.
Nel programma non mancano anche i premi tra i quali ricordiamo quello della Fondazione CaRiSpo, il Premio Monini Una finestra sui Due Mondi e il Premio Carla Fendi.
La Fondazione Fendi darà poi vita alla sua consueta presenza al Caio Melisso e alla Manna D’Oro con una iniziativa-spettacolo dal titolo Future. Momento clou il 30 giugno con Ecce Robot, spettacolo- conversazione con la regia di Quirino Conti.
Tra le mostre, ricordiamo il nuovo allestimento di Palazzo Collicola ad opera del nuovo Direttore, Marco Tonelli, che sceglie la ribalta festivaliera per proporre anche due interventi site specific degli artisti Loris Cecchini e Bruno Ceccobelli.
Il manifesto ufficiale di Spoleto62 è una foto artistica di David LaChapelle, il noto fotografo di moda. Dopo Fabrizio Ferri, anche in questo caso, si prosegue nel solco già tracciato.
Tutto il programma ufficiale e le sue eventuali variazioni sono consultabili direttamente sul sito della manifestazione CLICCA QUI e sulla pagina Facebook