Sa.Mi.
Alle 3.32 i 309 ritocchi in memoria delle vittime del terremoto. In dodicimila hanno partecipato all'Aquila alla fiaccolata in ricordo del tragico sisma del 6 aprile 2009. Alle 3.32 un sisma di magnitudo 6.3 colpisce il capoluogo abruzzese e 56 comuni provocando 309 morti e circa 1600 feriti, lasciando senza casa 67mila persone. Secondo le stime occorrono altri 10 anni (e 10 miliardi di euro) per ricostruire. E in città, a quattro anni dalla tragedia sono tornati solo 45mila cittadini.
Durante l'omelia della Santa Messa officiata mezz'ora dopo la mezzanotte, l'arcivescovo monsignor Giuseppe Molinari ha fatto riferimento alla situazione di stallo e confusione che si sta vivendo all'Aquila riguardo ai fondi e al finanziamento complessivo per la ricostruzione.
Le parole di Pietro Grasso: Alle 9:30 il presidente del Senato Pietro Grasso ha deposto una corona davanti la Casa dello Studente, sotto le cui macerie morirono otto universitari. “Bisogna avere fiducia e speranza perchè, anche se sono passati quattro anni, oggi possiamo ripartire da questo momento per un piano di ricostruzione che sia di ricostruzione della città e di tutti i comuni e di ricostruzione della legalità di questo Paese, per rifare tutto nella legalità. Adesso ci sono le condizioni per poter ripartire”. “Si tratta di trovare i finanziamenti e di scaglionarli con un piano organico di ricostruzione. Ho parlato – ha spiegato – con il sindaco e con il ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, e mi hanno rassicurato che ci sono delle ottime prospettive per poter raggiungere in breve tempo, non prima dei dieci anni, a ricostruire L'Aquila e tutti i Comuni del cratere”.
“NOI NON RIDEVAMO” è il messaggio che in queste ore sta facendo il giro dei social network. Così s’è chiamato il gruppo nato su Facebook per rispondere alla villanìa di quell’assurda telefonata tra sciacalli comparsa sui giornali e intercettata a Roma dai Ros, nell’ambito dell’inchiesta sugli affari del G8. Loro non ridevano, all’ora della scossa, mentre al telefono pensavano già al business della ricostruzione («Di terremoti non ce n’è uno al giorno…»). Quattro anni dopo la ferita è ancora aperta e il dolore si rinnova in una città fantasma. Ponteggi e impalcature sono quello che resta tra le macerie del centro storico.Questa notte lungo corteo silenzioso li ha attraversati. Fiaccole accese e striscioni per ricordare chi non c'è più. I processi di primo grado hanno già accertato, alcune le responsabilità. I sette scienziati della commissione Grandi Rischi sono stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione per lesioni e omicidio colposo. Condanne da quattro anni a due anni e sei mesi per omicidio plurimo e lesioni per i quattro tecnici che seguirono i lavori di restauro della Casa dello Studente e un risarcimento danni per circa due milioni di euro per i parenti delle otto vittime. M ancora a l'Aquila tutto è fermo, così come nella piccola frazione di Onna, simbolo del terremoto.
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