Spoleto

51.MO FESTIVAL: M° FERRARA: “VI RACCONTO LA MIA VITA”. ECCO IL GIORGIO … FURIOSO (Guarda il Video di TO).

Giorgio Ferrara si confessa. Lo ha fatto alle telecamere di Tuttoggi.info in una lunga intervista, unica nel web, già trasmessa da UmbriaTv/Sky943 e che riproponiamo quando mancano ormai poche ore alla presentazione, alla Città di Spoleto, del Programma di questa 51.ma edizione del Festival dei Due Mondi (alle 18 di oggi al Chiostro di San Nicolò). Il presidente e direttore artistico della manifestazione del Festival dei Festival, si è gentilmente prestato a ripercorrere la sua vita.

I genitori e lo Zio buono – “I miei mi hanno aiutato a fare ciò che volevo” dice ricordando la figura dei genitori (il papà fu senatore nel Pci e direttore de l’Unità, la mamma dirigente del Partito guidato da Togliatti) “non mi hanno mai ostacolato nelle scelte”. “Lavoravano duramente, fino a tarda sera. Papà al giornale, mamma a Botteghe Oscure. Noi restavamo a casa di Togliatti e di Nilde Iotti, insieme alla loro figlia Marisa. Quando Palmiro rincasava ci prendeva in braccio e ci raccontava tante storie….era una sorta di Zio buono”.

Il fratello Giuliano – “Con lui c’è un rapporto speciale, siamo molto più che fratelli, siamo amici. So che è una persona che crede in ciò che fa, anche per questa ultima campagna sull’aborto, e questo mi basta”.

Lo scherzo degli otto nomi – Ferrara si professa ateo anche se ricorda di esser stato battezzato per le pressioni del nonno paterno. “Alla fine accettò anche mio padre, forte comunista che veniva dalla lotta partigiana. Ma mi fece uno scherzo straordinario che scoprii solo venti anni dopo quando andai all’anagrafe per un certificato di nascita. Scoprii che mi aveva dato altri cinque nomi, oltre ai tradizionali tre. Otto in tutto: Giorgio, Mario e Ugo (i nomi dei nonni) e poi Palmiro (Togliatti), Carlo (Marx), Federico (Engels), Giuseppe (Stalin) e Vladimiro (Lenin)”

Il Giorgio…Furioso – all’Orlando Furioso, Giorgio Ferrara deve molto. E’ stata l’opera che lo ha visto debuttare, nel 1969 proprio a Spoleto, quale assistente alla regia di Luca Ronconi. Grazie a quello spettacolo, portò il fratello Giuliano a New York inserendolo nel cast che rappresentò  l’opera di Ariosto in America (per il Direttore del Foglio si trattò della sua prima esperienza teatrale, cui fece seguito quella di corista nella prima opera rock realizzata in Italia, Then An Alley di Tito Schipa Junior su musiche di Bob Dylan). Ed è sempre durante uno dei viaggi negli Usa per l’Orlando Furioso che ha conosciuto Adriana Asti: “ci fidanzammo subito e da allora non ci siamo mai lasciati”.