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“50 Sfumature di grigio a Thyssenburg”, la nota provocatoria di “Italia Nostra”

Italia Nostra attacca la multinazionale “ThyssenKrupp” con una nota provocatoria, denunciando il cattivo impatto ambientale dell’azienda, che sembra agire indisturbata e senza freno alcuno da parte delle autorità competenti. Con il riferimento introduttivo al noto libro “50 sfumature di grigio”, e la drammatica situazione ambientale nella città di Thyssenburg,  allude chiaramente ad un altra città (non facciamo nomi ma cognomi: Terni) nella quale l’azienda, più volte, è stata denunciata di non attenersi alle norme di salvaguardia non solo dell’ambiente, ma anche del cittadino.

Leggiamo insieme la nota:

“Pochi sanno che Thyssenburg è stata la vera fonte di ispirazione del romanzo erotico che ha sbancato librerie e sale cinematografiche di mezzo mondo.
Infatti, prima di essere riadattata, la storia era quella di una fragile città italiana vittima di pratiche BDSM da parte di un’azienda straniera ricchissima e tuttavia incapace di governare in modo affidabile la propria relazione con amici, amanti e sposi ternani. E le sfumature di grigio erano quelle della discarica di scorie.
Una città del resto già adusa a operazioni perverse sin dalla fase proprietaria italiana; poi un amore esotico che la precipita definitivamente in una spirale masochistica: e solo dopo una dominazione al sapor di nichel e cromo, solo dopo aver contaminato tutto il contaminabile, quegli stessi cittadini decideranno di respingere il padrone straniero. Decisamente troppo tardi: la frittata è fatta. Con una nota di diossina.”

Ma a Thyssenburg -prosegue Italia Nostra- erano ancora loro a dettare le regole. E adesso che l’Europa intera era divenuta un länder federale, anche i ministri abbassavano il capo.
C’era una trattativa, subita per mesi, che nemmeno la Megaditta fantozziana avrebbe potuto tanto.
C’era uno Stato sovrano e poi c’era l’uomo di Prisciano, entità entrambe a rischio di estinzione.
Eppure c’erano leggi –e tante, e troppe- la cui tempestiva applicazione avrebbe potuto cambiare tutto, ripristinando istantaneamente lo Stato di diritto: niente da fare. Forse era troppo scomodo, ma si rivelò quantomeno da ebeti.
Così a Thyssenburg l’inquinamento era ormai pervasivo, né si poteva dire. E allora venivano raccontate favole, promettendo addirittura ‘il rispetto delle norme più stringenti di protezione dell’ambiente’ (op. cit. comunicato ThyssenKrupp 4.10.2014): frasette di circostanza, null’altro che voci dal sen fuggite.”

Conclude infine: “E allora osserviamo da vicino le nuove frontiere di protezione ambientale (sic!) evocate a Thyssenburg, dopo le contaminazioni dei suoli, l’ammorbamento dell’aria, l’avvelenamento delle acque sottostanti le famigerate discariche: a tal fine alleghiamo nuovi campionamenti su alimenti –insalata- condotti dalla ASL a Prisciano nel 2014.
L’assai elevata concentrazione di cromo e il significativo tenore di piombo su entrambi i campioni tal quale fanno riflettere: al di là di un prevedibile ‘lavate bene tutto’, le autorità non hanno nulla da dire in merito? E un’azienda così gravemente inquinante non dovrebbe essere commissariata e messa in sicurezza, salvaguardando lavoratori e cittadini, come prevede la legge? O dobbiamo sottostare per l’eternità a pratiche industriali BDSM, a 50, 100, sfumature di grigio?”