Hanno incrociato le braccia, come annunciato, i medici specializzandi, che ieri mattina si sono ritrovati all’ingresso dell’ospedale, per protestare e lanciare una raccolta firme contro l’azzeramento dei fondi per le scuole di specializzazione ed il contemporaneo aumento delle tasse, giudicato spropositato, che porta Perugia ad essere l’Università pubblica più cara d’Italia.
I giovani medici hanno distribuito volantini alle persone che entravano dall’ospedale, per spiegare i motivi della loro protesta. Fare più formazione, migliorare le proprie competenze, fare ricerca e, soprattutto, essere messi in condizione di poter curare le persone: è quanto chiedono i medici specializzandi al rettore e alla Giunta dell’Ateneo.
Un braccio di ferro, quello con l’amministrazione universitaria, acuito dal modo, ritenuto offensivo dagli stessi specializzandi, con cui le loro istanze sono state snobbate.
Lo scorso 18 luglio l’Università degli Studi di Perugia ha approvato in Consiglio di Amministrazione il nuovo regolamento in materia di contribuzione studentesca che riguarda anche i medici specializzandi: con l’introduzione di più fasce contributive dietro presentazione di Isee, sono state anche aumentate fino al 50% le tasse d’iscrizione alle scuole di specializzazione solo per i laureati in medicina e chirurgia.
Per i giovani medici è disposto un aumento dei contributi annui, fino a 3.016 €, con un’ultima soglia Isee differente sia dagli altri studenti che dai colleghi degli altri corsi di laurea iscritti alle stesse scuole di specializzazione (farmacisti, biologi, veterinari).
Gli specializzando lamentano inoltre il mancato rispetto da parte dell’Università della previsione di legge (Student’s act) di introdurre una “no tax area” e una “low tax area” per i redditi più bassi.