Istituzioni

Consiglio aperto sulle grandi opere, assente la cittadinanza | Maggioranza contro gli Arconi

Una cittadinanza che non si fa domande, una maggioranza che inciampa. Un consiglio aperto, quello di lunedì, sulle grandi opere per Perugia e sui fondi nazionali ed europei per la nostra città dove associazioni e perugini avrebbero avuto la possibilità di confrontarsi su un argomento così attuale. Il condizionale, infatti, è d’obbligo e serve a sottolineare un’aula simbolo della democrazia ma che non ha nessuno che la eserciti. Non era presente la generazione che dovrà vivere la Perugia del futuro. Non c’erano i tanti leoni da tastiera al lavoro per accendere polemica, giorno e notte, sui social, forse impegnati in altri luoghi insieme ad i supporter della grande intesa civica che governa la città.  a palazzo. Non pervenuti gli attivisti di quei partiti politici che inneggiano alla partecipazione, bypassando la piazza reale con l’agorà virtuale. Insomma, la città  era ancora una volta assente.

Un nuovo ecosistema

Fontivegge, Arconi, Mercato coperto e Turreno. “C’è un filo rosso che segue il percorso della tecnologia e dell’innovazione, dei servizi e quello che crea un percorso creativo per i giovani”. Nell’introduzione, l’assessore Fioroni, fresco dall’esperienza a Seattle, ha sottolineato come Perugia abbia bisogno “di costruire grandi spazi in condivisione e di innovazione. Perugia ha bisogno di una nuova visione e di un nuovo ecosistema; per questo non si può pensare a progetti svincolati l’uno dall’altro, ma necessariamente inseriti in un contesto complessivo”.

L’auditorium

Per l’assessore Francesco Calabresequello che stiamo per vivere è un appuntamento con la storia. Spiace che la foto di un cantiere in corso, dove si vede una struttura che esce do 1 m e 20 e che ha consentito di mantenere gli standard e gli spazi per la realizzazione di una biblioteca, e che ha scatenato la polemica. Di questi tempi sembra quasi politicamente scorretto non criticare a Perugia davanti a quella foto. Sarebbe bene quindi rimandare tutti i giudizi a quando i lavori saranno conclusi e l’opera completata e non oggi che è visibile il solo scheletro della struttura”. Ma secondo Calabrese il grande progetto della città sarebbe San Francesco al Prato.

Gli irriducibili

Fabio Maria Ciuffini, ingegnere e onorevole ma soprattutto colui a cui è legata la storica trasformazione dell’immagine della città grazie alla realizzazione delle scale mobili, porta l’attenzione sul piano regolatore che “deve tener conto di tutti gli aspetti collegati. Non solo parlare di quale funzione dare ai luoghi ma anche come accedervi, percorso che deve essere partecipato con istituzioni e cittadini. Non possiamo pensare di intervenire sull’esistente con le stesse procedure che abbiamo utilizzato fino a oggi, perché proseguendo così il centro rimane immobile”. Dalla società di Mutuo soccorso, Primo Tenca non si tira indietro dal confronto nemmeno questa volta e in aula di consiglio alza la voce quando dice che “non si può giocare sulla pelle della città per speculazioni politiche. Democrazia significa anche fare e accettare critiche. Da tempo chiedo che ci sia un incontro tra Regione, Comune, cittadini e soprintendenza per cambiare il progetto Arconi”. Duro l’attacco a Eurochocolate e al patron GuarducciCome possiamo fare proposte quando gli eventi che ci sono in città come quello vergognoso che è finito ieri (domenica) costringono i residenti a stare in casa?”. “In tre ore d consiglio – ha detto Giovanni Tarpanialla cittadinanza non è stato presentato un progetto, una immagine, ma dopo questo intervento non sono chiare le intenzione di Comune né tanto meno della Regione”. Ma Tarpani ne ha anche per Calabrese “Su San Francesco, l’assessore  ha forse dimenticato di citare, tra i finanziamenti arrivati negli anni, gli oltre 10 miliardi di lire di “fondo del Lotto per la cultura” messi a disposizione da Prodi e Veltroni”.

L’opposizione

La parola a consiglieri, Bori ha detto di non aver capito dagli interventi degli assessori comunali come si intendono investire in  concreto i 40 milioni di euro che arriveranno a Perugia grazie ai finanziamenti europei, nazionali e regionali. Dai banchi dell’opposizione è stato sottolineata l’importanza di ascoltare i cittadini, perché sono loro ad avere a cuore il bene di Perugia. Secondo il consigliere le risorse a disposizione non devono essere solamente spese perché a disposizione, ma utilizzate bene per valorizzare le ricchezze di Perugia, come ad esempio il paesaggio.

Maggioranza perplessa

Ma stupisce il mancato appoggio all’operato della Giunta, da parte dei consiglieri di maggioranza. Non ci va leggero il consigliere di Forza Italia Massimo Perari che si è detto “deluso dal dibattito visto che di fatto non si è parlato di grandi progetti per Perugia. Ciò è lo specchio del fatto che molti ignorano quelli che sono i reali problemi e le esigenze della città” e esprimendo “qualche perplessità” sull’intervento sugli Arconi che andavano lasciati, a suo dire, nello stato originario. Stesse perplessità manifestate da Sorcini. Una maggioranza che manca anche con l’intervento del consigliere civico Franco Ivan Nucciarelli per il quale “la giunta pur avendo certamente una visione d’insieme della città, tuttavia la stessa non è emersa nel corso delle relazioni introduttive”. Su San Francesco al Prato, Numerini ha detto che il nuovo auditorium, ad esempio, non avrà lo spazio fisico per ospitare un palcoscenico adatto alle grandi orchestre con ciò vanificando la vocazione dell’area. E’ bene, dunque, che si pensi a realizzare questo spazio vitale in altra sede come può essere il Turreno.

La questione

Insomma, nonostante un nuovo appuntamento dedicato alle opere che trasformeranno il profilo della città in grado di mostrare qual è la visione che la politica ha di questa città, ancora una volta nessuno ha saputo rispondere (o domandarsi) quale Perugia vogliamo tra 20 anni. Cittadinanza inclusa.