Categorie: Cronaca Foligno

300 commercianti in strada per dire 'no' alla chiusura del centro storico / Fiaccole al posto dei forconi

Claudio Bianchini
Una protesta così, a Foligno, non si era mai vista: oltre trecento persone sono scese in piazza, nel vero senso della parola, per gridare con forza e determinazione un netto ‘no’ alla chiusura del centro storico.

Protesta senza precedenti – Nessun forcone: hanno scelto di ‘battersi’ con le fiaccole per cercare di allontanare il buio della crisi, per simboleggiare la luce di speranza della tanto promessa ripresa. Ma c’erano anche i campanacci, per farsi sentire e poi tanti, tantissimi pacchi bianchi da lasciare in ‘dono’ all’amministrazione comunale. E su ogni pacchetto, una richiesta, una proposta, un auspicio per far tornare a battere il cuore della città. Speciali ‘letterine di Natale’ indirizzate al sindaco e depositate sotto l’albero luminescente nella centralissima piazza della Repubblica.

Adesione totale – I negozianti hanno risposto come un sol uomo alla mobilitazione: alle 19.15 hanno abbassato le loro saracinesche, hanno spento le luci delle vetrine e via. Forse qualche cliente sarà rimasto fuori, magari in cassa sarà entrato qualche euro in meno, ma nessuno è voluto mancare all’appello. La riqualificata piazza San Domenico non è sembrata poi così grande per contenere tutti.

La marcia dei trecento – Un lungo serpentone di commercianti, artigiani, residenti e semplici cittadini si è incamminato lungo via Mazzini sino a Largo Carducci, crescendo sempre di più sino a diventare una folla compatta di oltre trecento persone. In testa i presidente delle categorie economiche: Aldo Amoni presidente regionale della Confcommercio, Cristiana Mariani presidente territoriale della Confesercenti e Francesca Cascelli dell’associazione ‘Innamorati del Centro’. Scortati, per così dire, dalla forze dell’ordine, con in testa il vicequestore aggiunto Bruno Antonini. Ma la protesta è stata forte quanto pacifica.

Slogan e appelli – Il corteo si è fermato ai piedi del grande albero luminoso della Confcommercio: i negozianti, hanno lasciato uno per uno, i pacchi bianchi. Una grande catasta di scatole e scatoloni, così come sono tante le richieste e gli appelli lanciati in questi anni al Palazzo, senza però ricevere risposte. Al posto della palle di Natale, sull’albero sono stati affissi cartelli e volantini di protesta: ‘Non vogliamo morire’; ‘Giù le mani dal centro storico’; ‘Foligno città aperta’; Ztt = zona totalmente logorata’; ‘Basta siamo stufi’ e via dicendo. E tutt’intorno un mare di fiaccole, scampanii, slogan urlati contro le decisioni dell’amministrazione comunale e fischi di disapprovazione.

'Ci devono ascoltare' – ‘Dopo questa manifestazione ci devono ascoltare, non possono non ascoltarci. Ci devono chiamare e devono stare a sentire le nostre ragioni – ha gridato Aldo Amoni, presidente della Confcommercio – ci siamo stufati di aprire tavoli su tavoli, delle chiacchiere e delle promesse, ormai devono darci risposte’.

'Non sopportiamo oltre' – Amoni ha minacciato addirittura di bloccare davvero, e del tutto, il centro storico, mobilitando camion e mezzi agricoli, e facendo procedere le auto a passo d’uomo lungo le principali arterie. A mali estremi, estremi rimedi, se non arriveranno provvedimenti concreti. ‘Non siamo stati maleducati né incivili – ha fatto notare – ma la nostra pazienza ha un limite. Se non ci sono i commercianti il centro non vive, se domattina chiudiamo i nostri negozi uccidiamo Foligno. Siamo già accerchiati da illegalità, abusivismo, evasione e tasse, non possiamo sopportare altri provvedimenti contro la categoria. Non prestate il fianco agli amministratori – è stato l'appello di Amoni – non lasciatevi abbindolare e non dategli retta. Dobbiamo restare uniti'.

'Come operai della Merloni' – Ancora più dura Cristiana Mariani, presidente della Confesercenti, che non ha risparmiato bacchettate all’amministrazione comunale. ‘Da stasera non potranno dirci che siamo generali senza esercito, siamo tantissimi, avete risposto tutti con grande entusiasmo e compostezza – ha dichiarato difronte ad una piazza gremita – la battaglia più grande l’abbiamo già vinta questa sera. Gli abbiamo fatto vedere che sappiamo scendere in piazza anche noi, come gli operai che tanto dicono di amare e che tanto difendono. Quando vanno in piazza gli operai della Merloni tutti scendono dal Palazzo, sindaci, senatori, e quando protestiamo noi veniamo sempre snobbati, ci considerano da sempre come quelli dall’altra parte della barricata. Non vogliamo più pacche sulle spalle dai nostri amministratori – ha proseguito la Mariani – il sindaco deve darci risposte immediate o marceremo sino a dentro il suo ufficio, perché li manteniamo noi con le nostre tasse, compresi molti assessori che fanno solo questo di mestiere. E poi arriveremo a giugno e allora ognuno dovrà fare la sua scelta'.

'Non vogliamo chiudere' – ‘Tutti gli associati sono qui oggi ed oggi si realizza un sogno – ha aggiunto Francesca Cascelli di Innamorati del Centro – ci siamo saputi ribellare. Il nostro problema è che non siamo stati mai coesi, ma stasera gli abbiamo dimostrato il contrario. Le nostre serrande non le vogliamo chiudere e i nostri negozi non li vogliamo trasferire fuori, nei centri commerciali’