Una vita nel carcere di Spoleto. Giuseppe La Rocca, Ciro Imperante e Luigi Schiavo hanno trascorso ben 27 anni nel penitenziario di Maiano. Furono condannati in primo grado dalla Corte d’Assise di Napoli l’11 aprile 1986 per il duplice omicidio di due bambine di Ponticelli (Napoli), avvenuto nel luglio del 1983. La sentenza di colpevolezza fu confermata in appello e poi anche in cassazione, nel giugno del 1987.
Oggi, dopo quasi 30 anni da quell’efferato delitto, ci sarebbe un alibi che di fatto scagionerebbe i tre uomini, che si sono sempre dichiarati innocenti. Secondo gli avvocati difensori, La Rocca, Imperatore e Schiavo non potevano essere a Ponticelli nelle ore in cui furono commessi gli omicidi. A supporto di questa tesi ci sarebbero diverse testimonianze non emerse durante il processo penale. Da qui la richiesta di revisione dello stesso.
Difficile prevedere cosa accadrà adesso, se il processo venisse davvero riaperto e si riuscisse a dimostrare la loro innocenza nessuno potrebbe restituire ai tre uomini 27 anni di vita. Ma intanto La Rocca, Imperatore e Schiavo, uomini liberi dall’ottobre 2010 dopo aver beneficiato della riduzione della pena, hanno deciso di non allontanarsi troppo dalle zone in cui sono stati costretti a vivere negli ultimi 27 anni e si sono rifatti una vita in Umbria. Giuseppe La Rocca lavora come operaio, si è sposato ed ha due figli. Ciro Imperatore e Luigi Schiavo, uno sposato con un figlio e l’altro fidanzato, sono impiegati come falegnami in un ditta industriale.