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2° CONGRESSO CISL MEDICI: “1978-2008: 30 ANNI DI SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE”

1978-2008: trenta anni di servizio sanitario nazionale. E’ stato questo il tema principale sul quale si è sviluppato il secondo congresso regionale della federazione Cisl Medici dell’Umbria che si è tenuto ieri presso l’Etruscan Choco Hotel. Intervenuti al Congresso, il segretario generale regionale Cisl Medici Giuseppe Giordano, il segretario nazionale Cisl Medici Giuseppe Garraffo, il segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra, il magnifico rettore dell’Università degli Studi di Perugia Francesco Bistoni e l’assessore regionale alla sanità Maurizio Rosi. Contrattazione e concretezza: sono le due parole chiave dell'intervento di apertura del segretario generale nazionale Cisl Medici Garaffo, che ha trattato dell'importanza del rinnovo del contratto dei medici.

“Universalità, sostenibilità e appropriatezza –ha affermato il dottor Giuseppe Giordano, riconfermato segretario generale regionale Cisl Medici – sono gli aspetti di maggiore qualificazione del nostro servizio sanitario. Quest’anno ricorre, infatti, il trentennale dell’istituzione del servizio sanitario nazionale. Un evento fondamentale nella costruzione del welfare del nostro Paese che ha esteso il diritto alla salute -così come prevede la Costituzione- a tutti i cittadini, superando il sistema precedente delle mutue. Il sistema sanitario dal 1978 in poi ha subito notevoli e periodiche modifiche legislative e organizzative, la principale delle quali è la regionalizzazione, che diventa sempre più importante nel nuovo assetto del federalismo e che pone importanti problemi di sostenibilità finanziaria. Rivalutazione del ruolo dei medici -ha affermato con forza Giordano- che hanno da svolgere un grande ruolo sia sul settore più specificatamente professionale sia nell’ambito del governo clinico del sistema. L’appropriatezza –ha poi aggiunto il dottor Giordano- inoltre, va vista anche sul versante dell’organizzazione e della programmazione dei servizi per ottimizzare le risorse. La discussione, che proprio in questi mesi si è attivata in Umbria -ha poi concluso Giordano- riguardo al Piano sanitario regionale ha posto giustamente al centro le problematiche relative al superamento delle aree critiche, impostando un assetto di sistema e di rete”.

“Per rivedere il sistema sanitario in un'azione basata sull'appropriatezza è necessario il coraggio politico da parte del Governo centrale” ad affermarlo il Magnifico Rettore Francesco Bistoni. “Il sistema -ha spiegato- va verso l'insostenibilità della spesa, non può reggere in una prospettiva di lunga durata. Sul coraggio e il senso di responsabilità si potranno valutare le azioni e le scelte del Governo”.

L'assessore Maurizio Rosi, sottolineando il suo accordo con i tre valori a slogan del Congresso della Cisl Medici, si è espresso a favore del testamento biologico e nel non accanimento terapeutico. “Il Piano sanitario regionale -ha spiegato- ha voluto adeguare la situazione della nostra regione all'Europa. Far tornare i conti e innovazione: questi -ha precisato- i due elementi essenziali perseguiti dal Piano che vede nel rapporto con le altre regioni una delle basi del sistema sanitario umbro. L'altro aspetto fondamentale, che permette di dare rispondenza alle esigenze che si fanno avanti, è quello riguardante il lavoro concernente la programmazione del documento annuale”. Ad essere sottolineata l'importanza di un polo unico, in una regione che, avendo una popolazione di 800 mila persone, deve contare sul fattivo e concreto rapporto con le altre realtà sanitarie nazionali. “Una cittadella sanitaria, quella di Perugia -hanno condiviso Rosi e Bistoni- della quale siamo orgogliosi e che poche realtà regionali possono vantare”.

“Risolvere la questione delle troppo lunghe liste di attesa”. Questo uno dei temi principali temi affrontati dal segretario generale regionale Cisl Umbria Ulderico Sbarra nelle sue conclusioni che hanno visto ribadire l'esigenza di un confronto sull'Aus e la salvaguardia delle competenze del personale. “Questa questione è vista con preoccupazione all'interno della Cisl -ha ribadito riguardo alle liste di attesa- sia dentro la confederazione dei pensionati che in quelle dei lavoratori attivi”.