Davvero strana tecnica quella messa in atto da due ladri di Perugia che, per mettere a segno il loro disegno criminoso, hanno deciso di agire facendosi portare sul luogo del 'delitto' da un tassista. Una scena ricreata spesso anche nei film d'azione, ovviamente attuata di giorno per destare meno sospetti. I due uomini arrestati ieri dagli agenti del commissariato di Foligno, coordinati dal vicequestore Bruno Antonini, hanno invece pensato bene di mettere a segno il loro maldestro tentativo in piena notte. Come se fosse naturale vedere su un'area di sosta un taxi fermo con le insegne spente e delle persone a bordo.
Erano le 2 di notte quando una volante avvista il taxi in un'area della zona industriale di Trevi. Gli agenti decidono di intervenire per identificare i due occupanti: il tassista, risultato estraneo alla vicenda ed incensurato, è stato 'preso' addirittura a Santa Maria degli Angeli. Il passeggero che è con lui, invece, ha una bella lista di precedenti penali, specie per reati contro il patrimonio. Si tratta di M.C. che sarà poi deferito all'autorità giudiziaria in stato di libertà. Passa qualche minuto, il tempo necessario a verificare i nominativi nel terminale, quando i due poliziotti scorgono altri due uomini correre come forsennati verso il taxi. In pratica nella bocca del lupo. I due vengono fermati e ben presto si scopre il motivo della loro presenza in quell'area di sosta. Dalle tasche di uno dei due salta fuori un libretto di risparmio intestato ad un uomo. Ci vuole poco a capire che il documento bancario è stato rubato e per i due, L.C. e I.P., entrambi residenti a Perugia, scattano le manette. Grazie ai dati dell'intestario del libretto – risultato deceduto da qualche tempo – gli inquirenti riescono a risalire ai famigliari che accompagnano gli agenti in un capannone di proprietà del defunto. La porta di ingresso risulta forzata e l'ufficio messo a soqquadro.
La refurtiva viene così riconsegnata agli eredi mentre i due ladri finiscono dritti dritti al carcere di Spoleto a disposizione del pm della procura, Mara Pucci, che coordina l'inchiesta.
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