Città di Castello

“15 anni di affetto” Vescovo Cancian ringrazia fedeli | Su futuro Diocesi “Decide il Papa”

Ancora pochi giorni e il vescovo di Città di Castello mons. Domenico Cancian – esattamente il prossimo 6 aprile – terminerà il proprio episcopato per raggiunti limiti di età (al compimento del suo 75° compleanno).

Restano però i dubbi sul futuro della Diocesi tifernate, la cui ipotesi più accreditata sembra proprio essere quella di una accorpamento con Gubbio sotto un unico presule, in questo caso mons. Luciano Paolucci Bedini.

Proprio oggi (30 marzo) Cancian ha scritto un “messaggio di commiato” ai fedeli, senza però aggiungere molto sul destino della circoscrizione vescovile, che quasi sicuramente sarà retta ancora per qualche mese – in attesa dell’ufficialità del successore – dallo stesso presule veneto. Quest’ultimo, intanto, ha già reso noto – secondo le disposizioni canoniche – di aver presentato al Papa le dimissioni da vescovo di Città di Castello.

Sono e siamo in attesa di quanto il Santo Padre deciderà per la nomina del successore – ha dichiarato Cancian – Abbiamo già avuto modo di parlare in varie situazioni sul futuro della Diocesi. Da parte mia ho cercato di far pervenire agli Organi competenti le osservazioni emerse da presbiterio e laici. A questo punto invito tutti a pregare perché il Signore doni alla Chiesa tifernate il buon pastore‘, che la continui a guidare nel presente e nel futuro. Dato che per noi cristiani questo non è semplicemente un momento amministrativo, mettiamoci in atteggiamento di umiltà, obbedienza e fede nell’accogliere colui che sarà inviato come guida apostolica della nostra Chiesa. Io vi ringrazio fin da subito del grande affetto, vicinanza e obbedienza che mi avete testimoniato in questi quasi 15 anni (dal 23 settembre 2007). Vi chiedo di fare altrettanto, e più, con chi mi succederà…”

L’accorpamento delle Diocesi tifernate ed eugubina non sarebbe un fatto inedito. Nel febbraio 1972, infatti, Cesare Pagani fu consacrato vescovo di Città di Castello e Gubbio da papa Paolo VI. Dopo 10 anni, nel 1982, le due diocesi tornarono però distinte, con quella tifernate che passò nelle mani di mons. Carlo Urru.

Nei giorni scorsi era arrivata anche la proposta della Consulta delle Aggregazioni laicali della Diocesi tifernate, che avevano avanzato l’ipotesi di costituire una nuova diocesi che comprendesse l’intero Altotevere tosco-umbro, con Città di Castello e Sansepolcro al centro. Un’idea che – sebbene sia stata già inoltrata al Cei e alle altre istituzioni con potere decisionale su questa delicata scelta – non ha trovato il favore oltre i confini umbri. A prescindere dagli annosi campanilismi, perplessità forti erano infatti arrivate pure dal vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro Riccardo Fontana e dal parroco di San Giovanni Evangelista presso la Concattedrale di Sansepolcro Don Giancarlo Rapaccini: proprio quest’ultimo aveva tirato in ballo una norma precisa per la quale i territori della diocesi devono appartenere tutti alla stessa Regione.