Associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di argento e oro, commercio senza autorizzazione di oro, falsità in dichiarazioni fiscali, sono questi i capi d’accusa nei confronti di 15 persone che, da questa mattina, sono state raggiunte da altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip di Viterbo, Franca Marinelli. ed eseguite dai Carabinieri di Viterbo.
Le perquisizioni, circa 40 in tutto, e che sono ancora in corso nelle province di Terni, Viterbo, Roma, Caserta e Arezzo, avrebbero smantellato “un ramificato sodalizio criminale che – spiegano i militari dell’Arma – attraverso la copertura garantita dalla gestione di attività di compro oro e con la compiacenza di vari titolari di negozi di antiquariato, acquistava al mercato nero lavorati in argento ed oro, di provenienza furtiva, per poi rivenderlo ad una fonderia del polo orafo di Arezzo”.
Secondo una stima degli inquirenti sarebbero circa 10 le tonnellate riciclate dal sodalizio, per un fatturato di circa 4 milioni di euro. Tutto il materiale destinato poi alla fusione, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, sarebbe bottino di furti in appartamento commessi in varie zone d’Italia. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Viterbo, Fabrizio Tucci, hanno accertato che l’organizzazione avrebbe operato principalmente nella Capitale, grazie ad alcuni italiani e alla complicità di alcuni cittadini stranieri residenti in campi rom.