Quasi 3.000 edifici giudicati non utilizzabili dalle squadre Fast, oltre a quelli già dichiarati inagibili dopo il terremoto del 24 agosto dai sopralluoghi dei tecnici abilitati Aedes. E tra le decine di migliaia gli sfollati in 4 Regioni (Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo) – di cui oltre 15.000 ancora attualmente assistiti dalla protezione civile, sul territorio o negli alberghi – moltissimi hanno chiesto il Cas, il contributo per l’autonoma sistemazione. Ma in gran parte dei Comuni – ad esempio ad Amatrice e a Norcia, ma pure a Spoleto, come lamentano i cittadini – quei soldi ancora non sono arrivati. Intanto nel frattempo slitta, a causa del voto di fiducia sul nuovo Governo Gentiloni, l’approvazione della legge di conversione del decreto legge sulla ricostruzione emanato dal Governo Renzi.
Per quanto riguarda l’Umbria, nelle ultime settimane la Regione guidata da Catiuscia Marini ha liquidato ai Comuni la prima tranche di importi per saldare coloro a cui è stato riconosciuto il Cas a partire dal 24 agosto. I Comuni stanno provvedendo ad effettuare le istruttorie per effettuare le liquidazioni (devono controllare che i richiedenti abbiano ancora i requisiti, che l’importo da erogare sia quello effettivamente stanziato etc) e sembrava che a Norcia fosse cosa fatta per lo meno per un primo elenco di cittadini. Ma mentre – proprio oggi – è stato pubblicato all’albo pretorio nursino il secondo elenco per la liquidazione del Cas, nei conti correnti di coloro che erano inseriti nel primo la cifra dovuta non è stata accreditata. A Norcia, quindi, sono ancora tutti a bocca asciutta, nonostante c’è chi è fuori casa (e quindi ha dovuto provvedere autonomamente ad un altro alloggio, accollandosi le spese) da quasi 4 mesi. Le lamentele sulla pagina Facebook Segnalazioni Norcia hanno visto la condivisione anche di un cittadino di Amatrice, che laconicamente ha commentato che anche lì la situazione sul Cas è la stessa: ancora non è arrivato un soldo. Ed a Spoleto pure, dove a chiedere il contributo dopo il primo terremoto del 24 agosto erano stati appena in 48, la situazione è la stessa, anche se in parte diversa. Gli uffici comunali da oltre un mese si stanno occupando delle pratiche (prima il coordinamento spettava ad un funzionario dell’ente, ora sarebbe passato ad un altro) e sarebbero in dirittura d’arrivo. Ma ai cittadini interessati che sono andati a chiedere chiarimenti sulla lentezza è stato preannunciato che ora rischiano di esserci problemi burocratici per quanto riguarda la tesoreria ed i pagamenti potrebbero avvenire addirittura ad anno nuovo.
Nel frattempo continuano i sopralluoghi Fast nei Comuni terremotati che ne hanno fatto richiesta. Ad oggi sono in campo 180 squadre di tecnici ed esperti abilitati per le verifiche di agibilità con procedura FAST (Fabbricati per l’Agibilità Sintetica post-Terremoto) sugli edifici privati attivata, dopo gli eventi sismici del 26 e del 30 ottobre, nelle Regioni Umbria, Abruzzo, Marche e Lazio. Secondo i dati forniti dalle Regioni alla Di.coma.c., aggiornati all’11 dicembre, le squadre di tecnici abilitati hanno effettuato complessivamente 27.489 verifiche su edifici privati: 13.047 nelle Marche, 10.562 in Umbria, 3.296 in Abruzzo e 584 nel Lazio. Gli edifici risultati agibili sono complessivamente 11.453, mentre sono 8.788 gli esiti di “non utilizzabilità” per temporanea, parziale o totale inagibilità. Sono 857 gli edifici che, pur non essendo danneggiati, risultano “non utilizzabili” per solo rischio esterno. Risultano invece 6.391 le verifiche al momento senza esito perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di immobili nei quali non è stato possibile accedere e che necessitano di ulteriori sopralluoghi. In particolare, nella Regione Umbria dalle 10.562 verifiche effettuate risultano 4.675 edifici agibili, 292 “non utilizzabili” per solo rischio esterno mentre sono 2.609 gli esiti di “non utilizzabilità”. Sono infine 2.986 gli edifici che, al momento, risultano senza esito.
Intanto nemmeno oggi dovrebbe essere approvata dalla Camera dei Deputati la legge di conversione del decreto legge sulla ricostruzione, il 189/2016, varato dal Governo Renzi e che scade questo fine settimana. Ieri pomeriggio è iniziata la discussione sull’atto dopo l’approvazione da parte del Senato, rinviata ad oggi alle 15. La nomina del nuovo Governo Gentiloni, però, ha imposto una modifica all’ordine del giorno della seduta odierna della riunione della Camera. In discussione c’è infatti questo pomeriggio la fiducia al Governo: il voto dovrebbe terminare intorno alle 20. Improbabile che poi la seduta prosegua con l’approvazione della legge in materia di terremoto. Se ne riparlerà probabilmente domani. Di sicuro entro venerdì dovrà essere fatta la conversione del Dl, che altrimenti perderà ogni efficacia. L’intenzione dei parlamentari, però, sembra essere quella di scongiurare tale ipotesi.
In attesa che il Governo nazionale si occupi delle tematiche legate alla ricostruzione, i Comuni più vicini all’epicentro sono alle prese ancora con la fase dell’emergenza. Tra le tante problematiche che devono essere affrontate c’è anche quella del lago comparso a Villa di Serravalle, nel comune di Norcia, nelle ultime settimane. A causa del terremoto del 30 ottobre, infatti, non è soltanto ricomparso il torrente Torbidone, sparito dopo il sisma del 1979, ma si è creato un bacino d’acqua a causa dell’allagamento di alcuni campi.
Dopo la segnalazione da parte di alcuni residenti, infatti, il Corpo forestale dello Stato ha accertato, e documentato attraverso un drone, la formazione di uno specchio d’acqua a Villa di Serravalle. Un vero e proprio lago che occupa una superficie di 7mila mq, alimentato da una deviazione laterale del fiume Sordo, interessato dall’incremento della sua portata idrica presumibilmente a causa della confluenza nello stesso della nuova sorgente del fiume Torbidone, riaffiorata appunto dopo il terremoto del 30 ottobre. Dopo che sono stati allertati tutti gli enti competenti, il Comune di Norcia ha ora emesso un’apposita ordinanza per correre ai ripari.
Nell’atto viene spiegato che “il competente Ufficio Urbanistica e Pianificazione Territoriale di questo comune, congiuntamente al Settore Risorse Idriche e Rischio Idraulico della Regione dell’Umbria, intervenuti sui luoghi, a seguito di specifico sopralluogo, ha rilevato la sussistenza di tutti i presupposti per l’intervento immediato in alveo, volto a ripristinare per quanto possibile la corretta officiosità idraulica, a salvaguardia della pubblica e privata incolumità e per la messa in sicurezza di beni, attraverso la sistemazione di tale corso d’acqua, in applicazione delle vigenti disposizioni in materia” e “che tale Servizio regionale ha autorizzato l’intervento predetto come da nota acquisita al protocollo comunale n° 20990 del 09/12/2016” e ancora “che per le attività da porsi in essere si rileva la necessità di utilizzo di personale e mezzi dell’Esercito Italiano, di concerto con il Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione di Norcia “Parco” per la relativa assistenza alle operazioni”. In base a questi presupposti si “autorizza ed ordina” la “escavazione dell’alveo fino ad una profondità idonea a consentire il regolare deflusso del carico idrico del Fiume Sordo in prossimità dell’attraversamento esistente sito in Località Casali di Serravalle limitrofo alle particelle n° 354; 355 del foglio 115 e comunque di quelle interamente allagate anche con eventuale taglio e rimozione della vegetazione arbustiva ed erbacea di intralcio al regolare deflusso delle acque ed alle operazioni di cantiere, d’intesa con il Comando Stazione del Corpo Forestale dello Stato, competente per il territorio del Parco”.