Categorie: Istituzioni Perugia

Perugia, il primo “decreto Romizi” / Fuori Antonella Pedini

Antonella Pedini, direttore generale del comune di Perugia, è fuori: fuori da Palazzo dei Priori, naturalmente. Il nuovo sindaco Andrea Romizi, insediatosi definitivamente in comune lo scorso giovedì, è al lavoro per ridisegnare l’assetto istituzionale perugino. E mentre si aspetta ancora per la composizione della giunta, che dovrebbe essere pronta per la fine del mese, arriva il primo “decreto”, da altri definito il primo “editto”. E c’è chi parla anche di “epurazione”. Sta di fatto che ad esser trasferita d’ufficio è Antonella Pedini, ormai ex direttore generale del Comune. Le sue capacità amministrative sarebbero state richieste presso la Fondazione Perugia2019, almeno fino al prossimo 30 settembre.

Tempo di spending review? – Al momento pare che la Pedini non verrà sostituita da nessuno, e a beneficiarne sarebbero le casse del comune, che in questo modo non verserebbero il suo compenso da 140mila euro lordi l’anno (78 effettivi). La figura del direttore generale, o city manager sul modello delle città statunitensi, è prevista anche in Italia per i comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti, in base al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, art. 108: “gli compete la cura dell’organizzazione degli uffici e del perseguimento degli obiettivi amministrativi stabiliti dagli organi di governo dell’ente al quale è addetto”. A caricare su di sè i compiti dell’uscente Pedini, il segretario comunale Francesco Di Massa, confermato per tutta la consiliatura. Stesso discorso per altre 4 o 5 figure, che fino ad adesso hanno prestato consulenze esterne, che non verrebbero confermate. E c’è tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda in comune per diventare “portaborse”, una sorta di segretario personale, a disposizione di sindaco, assessori e consiglieri. Anche qui però Romizi sembra voler ridurre il numero dell’organico, attestato per ora a 30. Al bilancio poi arriva Daniela Sarnari, ad interim; Maurizio Cipolloni viene sostituito da Roberto Ciccarelli per l’Unità Operativa Servizi Urp; infine a Enrico Antinoro vanno i “Progetti Strategici”.

Tempo di giunta – La” “cosa civica” avanza, in virtù di quanto promesso dallo stesso Romizi in tempo di campagna elettorale, e di quanto ribadito dopo l’elezione, anche se il senso dell’affermazione era stato in parte ribaltato, da “lista civica” a “politica con elementi civici al suo interno”. Giochi di parole a parte, Romizi dovrà rendere comunque conto alla sua coalizione, formata proprio da personaggi appartementi alla sfera civica, Barelli e Waguè in primis, e alla sfera politica, Prisco, Scarponi, Varasano e Numerini in pole position. La giunta sarà formata entro il 30 giugno, mentre il primo cittadino continua a ripetere che “ascolterà tutti e poi deciderà”. E sarà tempo anche per le partecipate: Romizi dovrà scegliere, tempo un mese e mezzo, cosa fare con Minimetrò, Gesenu, Afas e Umbra Acque. Restano poi Fondazioni e enti, tra cui il Teatro Stabile, l’Accademia delle Belle Arti, la Fondazione Umbria Jazz, la Sagra Musicale Umbra, Perugia musica classica, le Opere pie riunite e le altre. Il tutto, così viene riferito, nel massimo della “competenza e della qualità”, senza epurazioni.

Riproduzione riservata