Valorizzazione della Cascata delle Marmore, polemiche politiche e salvaguardia delle esigenze dell’impianto idroelettrico di Villa Valle: a proporre la soluzione per mettere d’accordo tutti è il professor Luca Tomio, lo storico d’arte milanese (ma che da anni vive nella città dell’acciaio) che con i suoi studi ha legato il nome di Terni a Leonardo Da Vinci.
Ma forse è meglio fare un passo indietro. Dalla scoperta che ha destato curiosità e che, se confermata, è destinata anche a cambiare una parte di storia dell’arte. La scoperta che la Regione dell’Umbria ha voluto valorizzare con uno spot andato in onda durante il Festival di Sanremo, rappresentando la Cascata delle Marmore al ‘contrario’, proprio come l’avrebbe raffigurata Leonardo da Vinci nel suo “Paesaggio con fiume” (senza però spiegare ai comuni mortali scelte e motivazioni).
“La scintilla iniziale della scoperta – racconta Luca Tomio – la devo a mio figlio di 13 anni. Mentre stavo organizzando a Firenze una mostra su Alighiero Boetti, sono stato invitato a una visita ufficiale agli Uffizi e sono andato con la mia famiglia. Mio figlio più grande, alla libreria degli Uffizi, sfogliando un catalogo su Leonardo, molto candidamente, mentre gli spiegavo che si tratta del primo paesaggio di Leonardo, mi dice: ‘Ma questa non può essere la Cascata delle Marmore?’ E lui aveva identificato lo scasso artificiale, che è appunto uno degli elementi stringenti dell’identificazione. Quando lui mi disse così, io guardai il paesaggio a fianco, e conoscendolo ormai anche io bene questo paesaggio, capii che non si trattava del paesaggio reale, ma che è quello che si trova alle spalle, cioè la valle di Terni, con Papigno. Da lì – prosegue lo storico – sono scattati 6 mesi di ricerche per confermare questa ipotesi iniziale. Sono state fatte ricerche molto complesse sul territorio, tra l’altro ormai molto industrializzato nel corso del tempo. Ma quando alla fine siamo scesi nel cuore della cascata ed abbiamo trovato due dettagli, cioè uno sperone roccioso e un arco calcareo, tuttora presenti, lì c’è stata la conferma”.
Spiega Tomio che “tra l’altro Leonardo rappresenta la reatina aperta e la curiana chiusa, le due cave che sono state sempre contese tra Rieti e Terni (il Cavo Curiano è il canale costruito nel 271 a.C. per far confluire le acque del Velino nel Nera attraverso il salto delle Marmore, il cavo Reatino è invece il nuovo canale realizzato nel 1422, ndr). E lui fotografa quindi la cascata. Stiamo completando i rilievi su Papigno e così come Leonardo lo disegna è compatibile con quello che è rimasto di medievale, nonostante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale”.
Il primo appuntamento importante per dibattere sulla scoperta e le ultime novità sarà il 14 marzo a Terni, all’Archivio di Stato, alle 15,30. L’incontro, dal titolo “I dintorni di Terni nel paesaggio di Leonardo Da Vinci“, promosso in occasione della Giornata nazionale del paesaggio, vedrà la presentazione – come si legge nel sito del Mibact – dell’immagine ad alta risoluzione del disegno 8p di Leonardo da Vinci, concessa dalla Galleria degli Uffizi – Gabinetto disegni e stampe, al pubblico umbro e ternano in particolare, nel quale è stata riconosciuta dal dottor Luca Tomio la Cascata delle Marmore e la valle di Terni. Parteciperanno all’incontro di studio: l’architetto Francesco Scoppola, direttore generale Educazione e Ricerca Mibact, la dottoressa Luisa Montevecchi, direttore del Segretariato regionale dell’Umbria, la dottoressa Cristina Acidini, presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, il dottor Roberto Lorenzetti, direttore dell’Archivio di Stato di Rieti, il professor Vittorio Sgarbi e il dottor Luca Tomio.
Leonardo, però, non avrebbe lasciato le sue tracce del suo passaggio in Umbria soltanto in quel disegno, ma anche in altre sue opere secondo Tomio. Per il quale “adesso non è tanto importante quello che sappiamo, cioè che Leonardo ha disegnato la Cascata delle Marmore, Papigno e la valle di Terni, ma quello che ancora non conosciamo. Per me in questa fase – spiega – è molto più importante quello che non so. Perché Leonardo ha fatto quel disegno? Perché ha accostato la cascata con la valle di Terni? Perché è venuto a Terni a fare quel disegno? Da dove è venuto? Questi sono gli argomenti che a me maggiormente stimolano e sono quelli che, sempre insieme a Scoppola e al ministero, porteremo avanti come linee di ricerca”.
Proprio la supervisione dell’ex direttore regionale dei beni culturali dell’Umbria è stata fondamentale nell’attività di ricerca, grazie alla sua esperienza ed alla conoscenza del paesaggio umbro. “Mi sta dando tutta una serie di indicazioni che poi trovano rispondenza e stiamo trovando altri paesaggi” rivela lo storico d’arte. “A seguito di queste aree di non conoscenza – sostiene – ci sono riscontri che confermano la scoperta. Ad esempio il paesaggio nel Battesimo di Cristo, conservato agli Uffizi, è tutto un paesaggio dell’Umbria meridionale, dove compaiono la guglia di Cesi, lo sperone ancora della Cascata e il lago di Piediluco”. Secondo Luca Tomio Leonardo avrebbe visitato l’Umbria meridionale ed il reatino accompagnato da altri artisti, come il Perugino e Piermatteo d’Amelia. E nella Madonna dei fusi conservata ad Edimburgo ci sarebbe il ponte della Para di Amelia.