Categorie: Cultura & Spettacolo Foligno

Young Jazz Festival rischia di chiudere / Incertezze sulla prossima edizione

L’ultimo step del progetto 'Jazz Community 2013' ovvero la presentazione del materiale audio-visivo e report fotografico prodotto durante gli eventi, si è svolto venerdì scorso presso la sala Fittajoli del Palazzo Comunale di Foligno. Dopo l’introduzione di Mario Gammarota presidente Young Jazz, sono intervenuti, tra gli altri, Rosa Bisogni presidente 'Liberi di essere', Francesca Cesarini presidente de 'La Locomotiva', Daria Virginia Massi responsabile Progetto Jazz Community, Antonia Tamantini direttrice DSM Usl Umbria 2, Raffaele Bottoloni responsabile riabilitazione, Anna Toni dirigente area tecnica per l’integrazione socio-sanitaria Usl Umbria 2 oltre agli attori, musicisti e protagonisti dei laboratori 'Liberorchestra 2013' e 'Giezzisti 2.0'.

Tra le priorità del sindaco – Le conclusioni sono state invece affidate al sindaco di Foligno Nando Mismetti, il quale ha affermato che 'per l’amministrazione comunale questo tipo di azioni hanno la priorità'. Tra le qualità di Jazz Community messe in risalto c’è anche quella della 'capacità di riuscire a sostenere percorsi socio-assistenziali e un welfare locale martoriato dalla crisi'.

Rischia di saltare tutto – Un progetto così, è stato ribadito dai presenti, ha bisogno del sostegno pubblico ma anche economico. 'Per il mese di gennaio – ha affermato il presidente di Young Jazz, Gammarota – è necessario avere delle sicurezze sia per questo progetto sia per il festival, che per il suo decennale nel maggio del 2014, rischia di non essere fatto'. Il prossimo anno dunque, potrebbe anche saltare il festival: un appuntamento importante per la regione, sia per la capacità di presentare un'elevata qualità musicale grazie al meglio che la scena jazz più giovane e contemporanea può offrire, sia per la capacità di creare comunità.
Progetto sociale – Nel corso dell’incontro è stata ripercorsa anche la breve, ma intensa, storia del progetto. Nel 2011 Community è stato un esperimento rischioso: per la prima volta la musica jazz è entrata nelle case di riposo e nella diversità sociale ed è stata utilizzata come un linguaggio universale che aveva come protagonisti un insolito gruppo di musicisti disabili fisici e bambini di tutte le nazionalità. Il 2012 è stato l’anno della consacrazione di Community: il pubblico e i protagonisti dello Young Jazz Festival conoscevano questo nuovo modo di riscoprire il Jazz ed è stato difficile scegliere solo tre momenti da dedicare al progetto, includendo così anche la malattia mentale, un universo affascinante e sconosciuto e, proprio per questo, a volte pieno di pregiudizi.

Migrazione e femminicidio – Oltre a ripercorre i percorsi già intrapresi in passato, Jazz Community ha già in cantiere nuovi progetti, pensando anche di sviluppare temi come quello della migrazione e del femminicidio, sperando di poter tornare a dar voce anche nel 2014 a chi normalmente non viene ascoltato.