Istituzioni

Vus, riorganizzazione raccolta rifiuti: entro gennaio a regime a Foligno e Spoleto

Rivoluzione al via non solo a Foligno, ma anche in tutto il comprensorio di Valle Umbra Servizi Spa. L’argomento è l’annunciata riorganizzazione del servizio igiene urbana, da qualche settimana attiva a Foligno e ben presto anche a Spoleto. A fornire il cronoprogramma delle novità sono stati direttamente i vertici dell’azienda, che martedì hanno partecipato ad una riunione fiume della Commissione controllo e garanzia del Comune di Foligno, convocata dal coordinatore David Fantauzzi (M5S) per fare luce sul piano industriale, approvato a giugno dall’assemblea dei soci, e per parlare di riorganizzazione del servizio raccolta rifiuti.

Le date per Foligno e Spoleto

Il nuovo servizio sarà attivo a Spoleto dal 7 novembre (zona Alta Marroggia), a dicembre si concluderà la seconda metà di Foligno e a gennaio entrerà in vigore su tutto il comune di Spoleto. Il problema? Laddove è già partito, è stato inondato di critiche. Il motivo è la rimodulazione dei passaggi, uniformati a 15 giorni sia per chi dispone di mastello da 40 litri, chi di quello da 240. Una omogeneizzazione che, per alcuni, ha voluto dire però un passaggio al ritiro dei rifiuti in meno. “Siamo in una fase di avvio del sistema – ha detto il direttore generale Marco Ranieri – e tutto potrà essere rettificato. C’è da dire che partivamo da una situazione di completo disastro. Ci siamo serviti di analisi serie, basate su numeri e metodi. Ora aspettiamo che quello che abbiamo progettato dia frutto, sempre senza dimenticare che il servizio di igiene urbana è uno di quelli che non chiede il bilancio in attivo“.

Ventisei milioni di debito da azzerare

Per il resto, la Commissione controllo e garanzia ha acceso i riflettori sulla questione dei bilanci di Vus e sul piano industriale. La situazione di partenza è quella di 26 milioni di euro di debiti e di progetti sui dieci anni di piano da 100 milioni. Considerando gli utili, il fabbisogno aziendale sarà di 50 milioni, da chiedere alle istituzioni finanziare sventolando i risultati che la nuova dirigenza conta di ottenere. Per presentarsi al meglio, l’azienda ha provveduto anche ad un aumento di capitale, arrivato alla soglia dei 20 milioni di euro. A chi gli faceva notare che un piano industriale impostato su dieci anni sia troppo ingessato, Ranieri ha risposto che “il documento non è fisso e si deve adeguare alle condizioni che cambiano”. Condizioni come il Piano regionale dei rifiuti, che di fatto esclude il Tmb. Oppure alla decisione di un unico gestore regionale sul fronte rifiuti.