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Vittorio Sgarbi fa lezione su Burri e “incanta” l’Auditorium Sant’Antonio

Si è fatto attendere come sua consuetudine mentre oltre 500 persone stavano già riempiendo l’Auditorium Sant’Antonio di Piazza Gioberti per l’evento “Alberto Burri – La coerenza dell’uomo, l’eccellenza dell’artista, un esempio per il futuro dell’Umbria”, promosso dal candidato al consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), e al quale era presente anche Alessandro Borghi, consigliere dell’Associazione Palazzo Vitelli a Sant’Egidio.

Vittorio Sgarbi è stato accolto come un vero e proprio eroe dalla comunità tifernate, incantata dalla colorita e appassionata lezione del critico d’arte. L’ospite d’onore, prima di parlare dell’artista tifernate, ha fatto un lunghissimo proemio che ha spaziato dalla polemica sul crocifisso nelle aule delle scuole, a cui lui stesso ovvierebbe apponendo sul muro una riproduzione del Cristo morto di Mantegna, “sfidando” chiunque a far rimuovere un opera d’arte “più grande della religione”, alla speranza che l’Unesco convochi un consiglio di sicurezza per presidiare siti archeologici messi in pericolo dalla guerra come quello della città di Palmira in Siria.

Successivamente Sgarbi ha parlato del primo incontro con Burri, presentatogli dal compianto Primetto Barelli del Castello dei Sorci di Anghiari. Per il noto critico le opere di Burri rappresentano una sorta di “rinascita dopo la guerra“, in un periodo dove l’arte non rappresentava più né l’uomo né Dio. Come Fontana, che cancella il supporto su cui viene fatta l’opera, “l’artista tifernate elimina infatti la pittura e la rappresenta con una ‘simil pittura’ che è la realtà”. A supporto di questa tesi, Sgarbi ha citato il “Grande Cretto” di Gibellina, una sorta di “aldilà” o “cimitero” nato sulle macerie della città distrutta dal sisma.

Il vulcanico oratore ha poi elogiato “lo spirito civile, democratico e commemorativo dell’artista tifernate” che, ancora in vita, pensò di costruirsi un vero e proprio monumento all’interno degli ex Essiccatoi del Tabacco, “attualmente il museo d’arte contemporanea più grande d’Europa”.

Sull’esempio della mostra “Alberto Burri e Luca Signorelli” del prossimo 30 maggio Città di Castello, Sgarbi ha poi affermato che “la città, ogni anno, dovrebbe organizzare delle esposizioni che mettano a confronto l’artista tifernate con altri grandi autori contemporanei come Picasso, Pollock e Kandinsky”.

A conclusione della sua interessante “lezione” il critico ha così congedato la folla presente: “Ogni volta che Città di Castello chiamerà io mi farò trovare“.